Non si può dormire. Non stanotte. Non con gli occhi pieni di quei corpi e le orecchie che ancora sentono il rimbombo di quelle grida. Nizza, dietro l’angolo, un Capodanno sulla Promenade con lo champagne in mano, una nottata brava finita al bar davanti alla stazione, una passeggiata invernale con il pancione di Sofia. Nizza, a due ore da Torino, il luogo del weekend per tanti amici.
Ancora una volta dover riflettere quando la paura ti attanaglia. Ancora una volta ripeterti che la tua vita non deve cambiare. Ma essere atterrita sapendo che lì, a Nizza, le tue bambine e i tuoi genitori sono passati 10 giorni fa. Ancora una volta sapere che nel profondo vuoi che le tue figlie crescano libere, anche se questo vuol dire che il tuo cuore perderà un colpo ad ogni aereo, ad ogni metropolitana lontana, ad ogni tweet allarmistico mentre loro saranno lontane.
Io non mi piego. Ma stanotte me ne sto qui rannicchiata, annichilita dal dolore e dalla paura, respiro piano e penso forte. Non si dorme. Non stanotte.
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