Autosvezzamento: le mie considerazioni

A un mese dall’inizio dei primi assaggi per Cecilia, posso darvi un primo parere sull’autosvezzamento. Premesso che svezzare un bambino è un impegno che richiede pazienza e dedizione, ritengo che l’autosvezzamento richieda una buona dose di fatica… E’ necessario innanzitutto consumare pasti sani e home-made e sfoderare doti di immensa pazienza quando, col piatto caldo davanti, dovete occuparvi di far assaggiare le pietanze al pargoletto. I bambini “non nascono imparati” come si suol dire e far loro capire che quell’aggeggio strano contiene del cibo e soprattutto che il cibo si mangia e non si spalma sul viso spesso non è facile… Detto ciò, Cecilia dimostra un forte interesse per la pappa, ha già assaggiato molti gusti e negli ultimi giorni cerca di portarsi il cucchiaio alla bocca da sola – i risultati li potete immaginare…
Devo ammettere che pensavo che tutto si sarebbe svolto in modo più semplice, mentre mi sto rendendo conto che è necessario studiare uno schema alimentare per tutta la famiglia. Per il momento si tratta di piccoli assaggi, ma quando si sostituiranno delle poppate con il cibo solido sarà importante bilanciare proteine, carboidrati, vitamine… Mi è tornato alla mente un libro che ho letto qualche tempo fa, Fate la pappa di Mirella Cerato, in cui l’autrice propone di realizzare ogni settimana uno schema con i pasti che la famiglia consuma in casa e di incasellare i diversi nutrienti in quei pasti. In questo modo si razionalizza la preparazione dei pasti e la spesa. L’ho trovato uno spunto utile all’organizzazione e alla gestione della pappa per tutti. In fondo, anche per l’autosvezzamento basta organizzarsi!

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3 Comments

  1. Micaela 2 Dic 2010 at 10:13

    Troppo carina sta foto! Ma è Cecilia?

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  2. Cristiana 2 Dic 2010 at 15:18

    Non oserei mai mettere Cecilia in pentola!!! 😉

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  3. Mamma Papera 10 Dic 2010 at 18:32

    trovo molto utile l’utosvezzamento e grazie x l’idea della tabella

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