Erano 8 anni che non salivamo su un aereo, noi due da soli. C’è voluto un compleanno importante per farci ripartire, per la prima volta da genitori senza figlie al seguito. Complice una validissima e molto allettante offerta su VoyagePrive.com, abbiamo deciso che saremmo volati a Varsavia, la capitale della Polonia che negli ultimi anni sta rifiorendo dopo la totale distruzione subita nella Seconda Guerra Mondiale.
Orari degli aerei comodi, con partenza da Bergamo, hotel Westin Warsaw, cinque stelle in città: insomma, tutto combaciava con le nostre aspettative. E tutto è andato per il meglio.
Non avendo le bimbe con noi, abbiamo deciso di goderci la città con calma senza fare programmi serrati – anche perché non sapevamo cosa aspettarci.
Il nostro weekend a Varsavia è iniziato venerdì sera, con l’atterraggio del volo Ryanair alle 22:55, in anticipo di 10 minuti. L’aeroporto Modlin, su cui si appoggiano le compagnie low-cost, è a 40 minuti dal centro di Varsavia. Non abbiamo voluto rischiare di trovarci sperduto in città e abbiamo deciso di prendere un taxi (circa 40 euro) anziché il Modlin Bus (che costa circa 8 euro a tratta). L’albergo Westin Warsaw è in posizione buona (vicino a una fermata della metro e comodo ai mezzi) e all’arrivo ci siamo goduti una bella birra. Ottimo inizio! Non mi dilungherò sulla meraviglia del letto, che meriterebbe da solo un post.
Al mattino del sabato, dopo una colazione luculliana (ci siamo fatti preparare anche le uova alla Benedict), ci siamo diretti A PIEDI verso il Palazzo della Scienza e della Cultura, dono di Stalin al popolo polacco. Non l’ho amato particolarmente, ma almeno da fuori va visto. Abbiamo proseguito sempre a piedi verso lo stadio nuovo, che secondo la Lonely Planet doveva ospitare il Mercato Russo. Peccato che da almeno 4 anni non esista più! Giro d’obbligo nell’area dello stadio, popolata dai maratoneti che il giorno dopo avrebbero corso 42,5 km in città.
Finalmente, da quel momento abbiamo preso coraggio e iniziato a usare i mezzi pubblici, unico modo per girare la città viste le distanze. Ci siamo spostati nel quartiere della Città Vecchia, Stare Miasto, che è stato ricostruito basandosi su molti reperti, tra cui le tele del Canaletto. Sotto la pioggia ci siamo persi per le viette che oggi sono Patrimonio dell’UNESCO (come le nostre colline di Langhe e Monferrato!).
Sarò una mamma degenere, ma mi sono proprio goduta la sensazione di non dover cercare con lo sguardo le mie figlie in continuo, di poter dare i miei ritmi al viaggio, di seguire solo i miei desideri.
Torniamo al weekend a Varsavia: rientro in hotel, relax, doccia eterna e cena. Dove? Ci ha aiutati a scegliere Foursquare. Dopo attenta analisi (il revisore affronta le scelte in modo analitico) ci siamo presentati belli come il sole al ristorante Folk Gospoda, cucina polacca e ambiente accogliente e caldo. Siamo stati benissimo, una di quelle serate che ricorderemo a lungo.
Una nanna ristoratrice – aiutata anche dalla vodka con cui abbiamo accompagnato i sublimi pierogi e lo stinco di maiale tipico – ci ha aperto le porte della domenica mattina.
Inizio giornata in palestra e puntatina in sauna prima della solita magnifica colazione. Cose che si possono fare solo quando i bambini rimangono a casa…
Usciti dall’hotel Westin abbiamo dedicato la mattinata al ricordo degli Ebrei polacchi che nella seconda guerra mondiale sono stati sterminati. Prima tappa i resti del muro del Ghetto (nel quale furono rinchiusi 350.000 persone, 100.000 delle quali morirono di fame). Poi visita del cimitero ebraico: distante dal centro ma tappa obbligata se si vuole ripercorrere la storia di un popolo che non trova pace.
A quel punto, dopo aver visto il peggio dell’umanità, avevamo bisogno di vederne il meglio. Così, dopo un secondo giro nella città vecchia e nella Città Nuova, ci siamo mossi verso il Parco Lazienky, in cui ogni domenica da metà maggio a fine settembre, alle 12 e alle 16, si svolge un concerto con musiche di Chopin, presso l’area della statua del compositore polacco. Definire questo momento emozionante è dire poco. A seguire visita del parco e del Museo Chopin, con cena in Nowy Swiat, al Beef ‘n’ Roll, piacevolissima scoperta.
In hotel vuoi non chiudere la giornata con una vodka? Non sia mai – e poi ho scoperto che mi fa dormire benissimo!
Terzo e ultimo giorno a Varsavia. Ci alziamo e siamo pronti ad andare al Palazzo Wilanow. Le indicazioni che avevamo per raggiungerlo erano del tutto errate. Così ci abbiamo messo quasi due ore per arrivare. Bastava prendere il 180 da Nowy Swiat fino al capolinea, a saperlo!
Bellissimo giro nel parco, incantevole piccola Versailles in cui abbiamo chiuso il nostro weekend a Varsavia e gustato anche i famosissimi Gofry (da non perdere!).
Per tornare verso l’aeroporto di Modlin abbiamo preso il Modlin Bus, che avremmo dovuto prenotare online visto che abbiamo rischiato di rimanere a terra… Si impara ogni volta un pezzettino in più!
Visto che quando inizi a viaggiare non vorresti più smettere, credo che sfrutteremo l’occasione quasi imminente dei miei 35 anni per programmare un altro weekend in un’altra capitale europea, sempre senza figlie, ça va sans dire.