Non è nelle nottate passate con la mia bambina, neonata, sul cuore che ho trovato il vero significato di essere madre.
Non è nemmeno in quel taglio cesareo che ha logorato la mia pancia e il mio spirito per tanto tempo.
E neppure nelle prime pagine di quel primo quaderno della prima elementare.
Non l’ho trovato nei cambi dei pannolini.
Né nell’atavica paura di una febbre che non scendeva.
Neppure nel sonno cambiato, per sempre, da un dormiveglia in attesa di un vagito.
Non sono stata certa del significato dell’essere genitore neanche in quell’abbraccio di famiglia che si è sciolto in una risata incontrollabile.
All’improvviso, in una delle situazioni in cui meno mi sentivo mamma, il velo si è dischiuso: quelle due mamme, abbracciate nell’amore reciproco e in quello per i loro due bambini nel passeggino doppio, mi hanno fatto comprendere tutto. I loro sguardi orgogliosi, gli applausi delle persone intorno a me, mi hanno fatta sciogliere in lacrime – sai che novità, direte. E da quelle lacrime ho capito qual è il mio ruolo, qual è il mio dovere, qual è il vero significato della mia esistenza come madre. È paradossale che, dopo anni a vivere tra le mamme, a parlare di genitorialità, a scriverne di emozioni, sensazioni, aspetti pratici, sia stato il Torino Pride ad insegnarmi così tanto sulla maternità. È bellissimo che a farlo sia stata una Famiglia Arcobaleno.
Dagli occhi di quei due genitori ho capito che il significato profondo del mio ruolo è una grande Occasione, di quelle che ti capitano una volta nella vita: io ho la possibilità di cambiare il mondo e renderlo davvero un posto migliore, in cui tutti si sentano accolti, amati e protetti. Noi genitori di bambini stiamo crescendo tanti individui, che insieme saranno gli abitanti di questo pianeta e di questo Paese, che insieme decideranno la strada che prenderà la vita. Abbiamo il dovere di leggere, informarci, sapere, sconfiggere l’ignoranza e superare la nostra paura, essere aperti al nuovo e intravedere, tra le righe, il futuro che sarà. Non possiamo permetterci di restare indietro, non in questo momento. Abbiamo una generazione da crescere, abbiamo il futuro letteralmente nelle nostre mani.
Mai come in questo momento sento l’enorme responsabilità che ho: dai nostri pensieri, dall’uso che facciamo delle parole, dalle azioni che ogni giorno compiamo dipende il futuro del mondo. Sì, più da me e da voi che dai Capi di Stato, davvero. Perché siamo noi, con l’esempio e l’apertura mentale, ad avere l’occasione di donare a TUTTI un futuro felice.
Il diritto ad amare non toglie niente a chi questo diritto già ce l’ha, ma da l’opportunità a tutti di sapere di vivere in un paese in cui le persone sono libere. Libere di essere se stesse, libere di amare, di creare la famiglia che desiderano, di crescere i propri figli nell’amore, quello stesso amore che ha generato tutto, dall’inizio.
Libertà, rispetto e amore, questo noi genitori abbiamo l’Opportunità unica di insegnare ai nostri figli. E questo intendo fare, fino alla fine dei miei giorni.
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