Poche sono le tutele rimaste per i lavoratori in un periodo di crisi come questo. Tuttavia, alcune norme restano valide a tutela della maternità (visto che questo principio è sancito dall’articolo 37 della Costituzione). Vediamo nel dettaglio quali sono e a chi spettano.
Maternità obbligatoria
Quando:
due mesi prima della data presunta del parto. Si può chiedere di posticipare la data d’inizio di un mese, dietro presentazione di certificato medico che attesta lo stato di buona salute della mamma. Lo specialista deve lavorare in un ospedale pubblico e il suo certificato deve essere controfirmato dal medico aziendale.
Durata:
5 mesi (2 di gravidanza + 3 dopo il parto).
A chi spetta:
alle lavoratrici dipendenti assicurate all’INPS (apprendiste, operaie, impiegate e dirigenti), il cui contratto sia valido alla data di inizio del congedo di maternità. Inoltre, l’INPS garantisce l’indennità anche alle disoccupate e alle sospese (contratto finito meno di 60 giorni prima dell’inizio del congedo, oppure in mobilità o cassa integrazione), alle colf e alle badanti (che abbiano 26 contributi settimanali nell’anno prima dell’inizio del congedo) e alle lavoratrici agricole (con modalità particolari spiegate sul sito INPS). Sono comprese anche le lavoratrici che svolgono la propria attività presso filiali estere di aziende italiane (in UE e paesi extracomunitari con cui sono stipulati accordi di sicurezza sociale – è bene rivolgersi all’INPS per avere informazioni a riguardo).
Le lavoratrici dipendenti di Enti pubblici hanno diritto al congedo di maternità che viene pagato dall’Ente presso cui lavorano invece che dall’INPS. Quindi, la procedura per ottenere il congedo è differente rispetto a quanto riporto in questo articolo.
A quanto ammonta lo stipendio:
All’80% della retribuzione, a meno che non esista un contratto collettivo nazionale (es. settore del credito) che stabilisce che il datore di lavoro integra il restante 20%. In questi casi lo stipendio è pieno.
Come richiedere l’astensione obbligatoria:
Bisogna presentare all’INPS e al datore di lavoro la domanda prima dell’inizio del congedo. ATTENZIONE: per inoltrare la domanda all’INPS bisogna compilare la domanda online, quindi è necessario richiedere qualche mese prima il PIN per operare sul portale. Con il PIN si compila il modello e lo si inoltra. Una copia stampata deve essere consegnata al datore di lavoro.
Entro un mese dalla nascita del bambino bisogna far avere al datore di lavoro un certificato di nascita o stato di famiglia e compilare i dati del parto nella sezione personale del sito INPS.
Se la domanda non è presentata o se è presentata in modo incompleto, si ha tempo 1 anno dalla fine del periodo di congedo, al termine del quale si perde il diritto.
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