L’arrivo al mare mi ha dato il colpo di grazia e ha galvanizzato le piccole. I giochi, l’aria frizzante del maestrale e l’acqua le hanno rese INGESTIBILI!!! Dal mattino alla sera non faccio altro che correre, supportata dai nonni – che se potessero ci imbarcherebbero sul primo aereo anche tra 5 minuti!!! – e cercare di farmi ascoltare dalle due scatenate che sembrano aver perso l’udito. Gli angoli più pericolosi sono tutti di Cecilia – che 3 ore dopo il nostro arrivo in terra sarda si era già spiaccicata sul primo spigolo che ha incontrato – e i perchè più disparati incuriosiscono una Sofia elettrizzata.
Quando alla sera finalmente si addormentano io non ho neanche più la forza di leggere qualche pagina di un libro. Al mare non ho ancora avuto il piacere di appoggiare il mio di-dietro su un asciugamano, non parliamo stare sdraiata… La crema è un lontano ricordo e il doposole non so neanche più che consistenza abbia. E soprattutto continuo a chiedermi dove trovi tutte queste energie, io, che ero capace di passare un intero weekend tra letto e divano e che dormivo 14 ore senza battere ciglio, io, che stavo sdraiata sotto il sole per 8 o 9 ore. La maternità ha cambiato i miei ritmi, ma ha cambiato anche me.
I pro di questa vacanza “always on the move” è che rido di continuo – a Messa “Osanna, osanna…”, Sofia: “Mamma i miei formaggini”, Io:”No, Sofia, Osanna, non Susanna”! – e che i problemi che mi crucciavano prima di partire sono solo un lontano ricordo, in questo posto meraviglioso in cui il vento profuma di rosmarino e il mare è trasparente, in cui puoi uscire vestito come ti pare, in cui assapori la vera libertà. Ecco, forse anche le bambine hanno capito la magia di questo luogo e questo è oil loro modo di adattarcisi.
Ma chi diceva che le vacanze vere sono solo coi figli??? Mah!