La leggerezza, conquista sudata dei miei 30 anni – e oltre. Mi ha affrancata, mi ha resa libera, mi ha dato la forza di affrontare momenti difficili. E mi aiuta ad alzarmi quelle mattine in cui proprio non vorrei.
La leggerezza, insegnamento prezioso delle amiche del web, è stata difficilissima da raggiungere: troppe sovrastrutture, troppi sensi di colpa, troppi anni passati a prendere la vita sul serio, troppe infiltrazioni di negatività nelle mie ore. E così la testa tornava sempre ai problemi, alle persone che facevano di tutti per avvelenarti il fegato e il sorriso. Nessuna luce negli occhi, una monotonia fatta di gesti e azioni che ogni giorno si ripetevano uguali.
Poi ho capito.
Sono una persona superficiale, così mi è sempre stato detto da insegnanti e pseudo-amici invidiosi del mio approccio alla vita. Ma sul web ho scoperto una schiera di persone come me, che di superficiale non hanno nulla se non una propensione ad essere leggere. Le affinità elettive hanno fatto il loro corso e da persone marginali si sono trasformate in una famiglia, che accoglie giornate no e scazzi con una battuta spiazzante o un sorriso inaspettato e provoca risate copiose anche in situazioni improbabili.
Rido.
Sono una bollicina, che nello champagne tende a salire, a tornare a galla grazie a un sorriso. Mi tagli la strada al semaforo perché pensi che il tuo tempo valga più del mio? Rido del tuo brufolo sul naso. Sono in coda nell’ufficio delle Entrate per risolvere una questione spinosa di soldi che mi preoccupa? Faccio una foto al figo seduto di fronte a me e la mostro alle mie amiche con vari apprezzamenti. La giornata non parte? Mollo tutto e vado a farmi un giro da Tiger. Ho avuto un appuntamento pesantissimo? Alla sera mi concedo la social-tv. È stata una giornata lavorativa intollerabile per entrambi? Vinello e risate con il marito. Ho voglia di essere un’altra, di tornare ai 15 anni? Ci sono i gessetti colorati per capelli, da fare insieme alle bambine. Il fucsia è terapeutico, non lo sapete?
La leggerezza mi sta salvando la vita e la salute, anche in quelli che finora sono stati i momenti più duri della mia vita. E allora non posso fare altro che augurarvi chili di leggerezza per questo Natale. Musica nelle ore, cantate a squarciagola, regalatevi un taglio di capelli pazzo, indossate la t-shirt di Topolino (quella che ho addosso io oggi) e cercate i vostri simili. Il mondo è pieno di persone positive e piene di sorrisi da donare. Prendete la vita alla leggera, godetevela, ridete e fregatevene di quello che dice “la gente” di voi. Siate superficiali! Siate bollicine!
E questa canzone è il mio augurio per Natale – e per ogni giorno da oggi in poi:
“E tu che stella sei?”
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Se c’è qualcosa che spiazza le persone è proprio il sorriso, merce sempre più rara di questi tempi. Sorridi e sarai scandalosa per i cupi, i mai contenti, i molto sicuri di sé, quelli che appunto scambiano la leggerezza per superficialità.
Leggerezza? Cos’è? Ne vorrei un quintale, è possibile?
Cara Cri che bello questo post, che belle le tue parole e che bello il tuo modo di affrontare quotidianamente le situazioni.
Non c’è dubbio, devo prendere esempio!
Bacio
Cristiana che bello questo post. Non sai quanto avrei bisogno anche io di leggerezza, non mi appartiene, non sempre… Vorrei ce ne fosse di più nella mia vita. La tua si vede, si respira, si tocca, e non la vedo come superficialità , ma come un modo positivo di approcciare la vita,
Voglio fare tesoro di quello che ho letto stasera, baci. fede