Io non ne capisco niente di motori e prestazioni. Nello scegliere una macchina non ho mai guadato quegli aspetti, se non ad un livello base. Sono altre le cose che mi interessano, soprattutto da quando sono diventata mamma.
La mia prima auto, una Twingo, è stata scelta perché era originale e divertente, proprio come piaceva a me. Non amo le auto di lusso, credo che innanzitutto una macchina debba adattarsi alle esigenze e alla vita della famiglia che porterà in giro e non viceversa.
Fatta questa doverosa premessa, oggi vi parlerò della Ford C-Max, l’auto che la scorsa settimana sono andata a provare a Lommel, in Belgio, nel quartier generale della casa automobilistica, sulle strade che ogni giorno ospitano i test pre-messa-in-commercio.
La Ford C-Max ha molti accorgimenti che mi hanno fatto capire che c’è lo zampino di qualche donna nella progettazione. Non solo: ho scoperto che Ford tiene in alta considerazione il parere di chi ha usato l’auto per qualche mese. In questo modo i suggerimenti vengono impiegati per migliorare le macchine e far sì che rispondano alle esigenze degli utilizzatori.
Non vi parlo di nomi strani di marchingegni di cui né io né voi capiremmo il significato, ma vi dico a grandi linee quello che mi ha convinta che vorrei la C-Max come mia auto mammesca:
- i due sedili extra nel bagagliaio: 7 posti possono esser comodi quando devi fare le macchinate per le feste o lo sport
- la silenziosità: anche sullo sterrato, anche ad alta velocità, anche su terreni impervi. Credeteci, ho quasi vomitato per provarla in ogni situazione 🙂
- la facilità di pulizia dei materiali: i materiali dell’abitacolo sono scelti per resistere al passaggio dei bambini… e anche alla loro sosta! I tessili non assorbono le macchie e le plastiche sono dure e lavorate per non essere rigate facilmente.
- i dispositivi di sicurezza che aiutano a evitare incidenti: in particolare, il bip che ti segnala se dietro di te sta passando un’auto mentre esci in retro da un parcheggio e il sensore che frena al posto tuo quando ti avvicini troppo alla macchina davanti, magari distratta da un figlio che urla.
- ultimo, ma non per importanza, il meccanismo che parcheggia al posto tuo. Una figata galattica, anche per chi come me ama guidare e parcheggiare.
Un altro aspetto che ho gradito particolarmente è stato il giovane ingegnere che mi ha spiegato che in Ford usano delle particolari attrezzature che simulano stati particolari delle persone: il finto pancione, un set che invecchia e un kit che riproduce il morbo di Parkinson. Gli ingegneri li indossano – li ho provati anch’io – per capire quali dispositivi installare e come disegnare ogni dettaglio per rendere la vita di tutti più semplice.
Ecco, inizio a fare la letterina a Babbo Natale, chissà che non mi accontenti!
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