Caro Babbo Natale

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Caro Babbo Natale,

quest’anno la letterina te la scrivo anche io. Sì, io che a 5 anni già chiedevo conferme sulla tua esistenza che, no, non poteva essere vero che fossi tu a portare i regali. Io, che in fondo avrei voluto che mia mamma mi dicesse “certo che esiste, scriviamogli una letterina anche se è giugno, vedrai che ci risponderà che è lui in persona personalmente a consegnare i tuoi pacchi scintillanti sotto l’albero”, invece di quella verità già troppo scomoda. Io, che per le mie bambine prolungo il più possibile la tua magia perché la certezza della tua presenza riempie il cuore di tenerezza in loro e in me. Io, che in fondo ho sempre creduto che magia e amore rendessero possibile qualsiasi sogno.

Sì, proprio io, 25 anni dopo averti scritto per l’ultima volta, ci riprovo. Quest’anno per me niente cose materiali – quelle non te le chiedo neanche, però sai che son sempre gradite, eh -, ma richieste complicate, di quelle per le quali anche tu dovrai impegnarti parecchio. Cosa desidero, dunque? E niente, ho ‘sta fissa dell’amore che è in grado di distruggere l’odio e la sofferenza. Non fraintendermi, Babbo Natale, non sono la ragazzina al concorso di bellezza che sogna “la pace nel mondo”, ma sono una donna stufa di vedere la sofferenza sul volto delle persone, l’odio che attanaglia i cuori. L’amore, spargiamolo insieme, se ci stai.

Vorrei che mi aiutassi anche in un’altra impresa, ancora più titanica della precedente: essere la mamma di cui Sofia e Cecilia hanno bisogno, anche quando non ne ho voglia, anche quando vorrei essere ovunque tranne dove sono, anche quando sono così stanca che dormirei 40 ore di fila. Quando non so cosa fare, quando mi sento inadeguata, quando sono troppo apprensiva e quando lo sono troppo poco. Vorrei essere la mamma “giusta” che sa cosa è meglio per i propri figli e li sa ascoltare. Oppure aiuta loro ad accettarmi, con i miei difetti e le mie imperfezioni, che mi sa che facciamo più in fretta. E poi la perfezione mi fa paura :-).

Caro Babbo Natale, vorrei essere felice. Più felice di come sono. Vorrei che tutte queste sovrastrutture non ci fossero, che ognuno fosse libero di seguire la corrente quando ha bisogno di riposare o di risalire il fiume come un salmone quando sente di avere qualcosa di diverso da dire o da fare. Vorrei che l’amore fosse l’unica regola di questo enorme gioco, che fosse l’unica cosa che conta davvero. Vorrei che si potesse dire “ho sbagliato”, senza dover incasinare le vite e destini. Vorrei far sparire tutto quello che non mi piace con un battito di ciglia.

Vorrei. Mi è sempre stata stretta questa parola, troppo debole, troppo wannabe, troppo poco incisiva per farla diventare indicativo, realtà. È maleducazione dire “voglio”, mi hanno insegnato da bambina, ma a 35 anni posso alzare le spalle e dire “chissenefrega”. Voglio. Voglio con tutta me stessa ciò che ti ho chiesto in questa delirante letterina. E quando io voglio qualcosa, caro Babbo Natale, di norma mi sbatto talmente tanto da ottenerla. Ho la testa dura, io. E non ho paura di lottare.

Grazie Babbo Natale, se vorrai aiutarmi.

<3

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