Augmentin e contrappasso

Devo confessarlo tutto d’un fiato, ve lo devo proprio dire: ho-dato-l’antibiotico-a Cecilia! Eh, già, io che mi sono sempre dichiarata nemica di farmaci e antibiotici, che avrei venduto l’anima al diavolo piuttosto che dare quella schifezza alle mie bambine, ho ceduto. Un mese di influenze e ricadute mi hanno piegata. Complice il pediatra, contrarissimo agli antibitioci, che me l’aveva prescritto per Sofia “da tenere nell’armadietto, non da dare, ma nel caso in cui insorgessero complicanze”. E così, all’ennesima ricaduta di Cecilia mi sono convinta. Consultato il pediatra che di fronte a febbre a 39° mi ha detto: “Solo tachipirina”, ho messo giù il telefono e ho preparato la miscela esplosiva!
Oh, finalmente ho fatto outing… Ora mi sento sollevata!
Ma naturalmente, ho dovuto pagare un caro prezzo in seguito alla mia scelta: chi di Augmentin ferisce, di Augmentin perisce… E, dopo 3 giorni di antibiotico, ecco il corpo di Cecilia diventare come una fragola, tutto un puntino rosso. “Oddio, l’ho avvelenata, è allergica all’antibiotico che la sta facendo diventare un puntino unico. Lo sapevo che non dovevo darglielo. E adesso come lo dico al pediatra?”
Il pediatra-a-pagamento – è un distinto signore sulla sessantina, che incute un po’ di timore. Come confessargli il misfatto? Potrei chiamarlo e raccontagli solo dei puntini, omettendo dell’antibiotico, ma sarebbe come non chiamarlo. E se mi dice che la viene a visitare? Oltre al weekend in una capitale europea che gli ho pagato nell’ulrimo mese di visite frequenti, gli offro anche la cena di San Valentino con la moglie… Pensa e ripensa, sensi di colpa galoppanti e poi l’idea: chiamo il mio Guru, il mio omeopata, a cui posso confessare il mio peccato senza che lui mi faccia sentire una cacca… Quando gli racconto tutto, mi dice: “Secondo me è o morbillo o rosolia, falla vedere dal pediatra”. Sollievo… e poi, o cavolo, allora se la prenderà anche Sofia e starò in casa un altro mese? Aiutoooooooo!  Allora, chiamo il pediatra-della-mutua che mi risponde trullo: “me la porti in studio”. In studio??? Con un presunto morbillo in studio??? Ah, ho capito come mai i virus dilagano tra i bambini!
L’epilogo è a lieto fine – forse… Il pediatra-della-mutua sentenzia: enterite virale.
Intanto, i puntini stanno scomparendo, speriamo!

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1 Comment

  1. Silvia 9 Feb 2011 at 13:18

    ciao cara… a parte che io invece, nuora e cognata di medici, sono ferma sostenitrice della medicina tradizionale e gli antibiotici li uso eccome (ma ho la fortuna del nonno che viene a visitare i nipotini tutti i giorni quando stanno male ^_^), ma scusa le fatture del pediatra privato si mandano a cassa assistenza (facendo scrivere la patologia riscontrata sulla ricevuta!!!)
    coraggio che passa anche questa

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