Regole per bambini su internet

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Far usare internet ai bambini: sì o no? Il quesito ce lo poniamo tutti, sia che siamo genitori sia che non lo siamo. Come molte delle questioni che riguardano l’educazione dei figli, la teoria è semplice per tutti, ciò che ci complica la vita è la pratica quotidiana. E non dite che i vostri figli non hanno occasione di venire a contatto con la tecnologia e che quindi il problema non vi tocca. In ognuna delle nostre case ci sono almeno 2 dispositivi collegati a internet, fino ad arrivare a qualche decina. Non si tratta solo di smartphone e pc, ma anche consolle di videogiochi portatili o fisse, decoder tv, fino ad arrivare a frigo o lavatrice.

Kaspersky Lab, azienda produttrice di soluzioni e servizi per la sicurezza, e Fattore Mamma hanno condotto una ricerca tra i genitori di ragazzi tra i 6 e i 14 anni, di cui ho parlato nelle scorse settimane sui social, e che ha dato risultati interessanti sulle abitudini di utilizzo del web nelle famiglie italiane.

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I genitori italiani sono favorevoli all’uso della tecnologia per i bambini (solo il 3% si dice contrario), ma ritengono che siano necessarie regole. I limiti principali all’uso di internet riguardano il tempo e le modalità (62% impone limiti temporali di utilizzo, 40% permette la navigazione solo in presenza di un adulto e 30% non autorizza l’uso dei social network).

Personalmente, come è emerso durante l’incontro tra le mamme blogger e Kaspersky, ritengo che limitare il tempo di utilizzo del web per i ragazzi sia una regola anacronistica, vista la percezione diversa che i bimbi di oggi hanno di internet rispetto al passato. I nostri figli usano Youtube per studiare le lingue, Google per le ricerche scolastiche e Spotify per ballare. Insomma, internet è integrato nella vita dei ragazzi in modo indissolubile, con sovrapposizioni di attività.

Ciò che mi ha incuriosita della ricerca è che solo il 32% dei genitori usa un parental control per sorvegliare i ragazzi. Insomma, quella che potrebbe essere la soluzione più efficace viene usata da un numero di persone che è quasi la metà di coloro che sorvegliano fisicamente i figli (57%). Un parental control efficiente protegge non solo i bambini da contenuti non adatti a loro, ma anche il dispositivo su cui navigano da virus e malware, che possono essere presi cliccando su banner o entramìndo in siti poco sicuri e che possono avere come effetto il furto dei nostri dati, per esempio. A quest’ultimo aspetto non avevo mai pensato, ritenendo l’educazione all’uso dell’internet la componente più importante – se non l’unica – davvero valida per proteggere i figli.

A fine 2015 sarà lanciato sul mercato un nuovo parental control di Kaspersky Lab, Safe Kids, che stabilirà i contenuti da mostrare ai ragazzi sulla base dell’età e che fornirà degli alert ai genitori in caso di ricerca di parole chiave prestabilite, di contatto con estranei o di allontanamento di un dispositivo mobile dal perimetro stabilito dal genitore. Insomma, arriva un nuovo potente alleato di mamma e papà!

Ciò che continuo a ripetere da anni, e che finalmente ho sentito dire anche da Morten Lehn, Managing Director di Kaspersky Lab Italia, è che internet e i social vanno conosciuti a fondo per primi da noi genitori. Possiamo offrire ai nostri figli il supporto necessario a diventare utenti consapevoli solo se sappiamo di cosa stiamo parlando e lo facciamo con cognizione di causa.

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