Io me li ricordo, i viaggi che facevo da bambina con mamma e papà.
Mi ricordo i nomi strani dei paesi da cui passavamo e le risate che procuravano.
Mi ricordo le discussioni in macchina sulla strada da prendere – no, non c’era il navigatore e se anche ci fosse stato, ai piedi del Gennargentu dubito ci sia campo.
Mi ricordo di quando stavo sdraiata sul sedile posteriore, con il mio walkman nelle orecchie, persa a guardare le stelle che sembravano correre sopra la mia testa, con quel sottofondo di chiacchiere familiari che mi faceva sentire che sarebbe andato tutto bene, per sempre.
Mi ricordo l’emozione quando la macchina si fermava, ogni anno, a sorpresa, a Cagliari, davanti al Motel Agip che mi aveva stregata con le sue chiavi elettroniche e le arachidi nel frigo bar.
Mi ricordo le pale di un ventilatore, il caldo umido e le punture di zanzara in una notte assurda nell’oristanese.
Mi ricordo la febbre a 40° e i miei genitori, che pazzi, che alla Maddalena, mi portano il brodino in camera ed escono perché “mica possiamo perderci una serata su quest’isola”. Strano ma vero, ne ho un ricordo dolcissimo.
Mi ricordo una giornata passata su una spiaggetta scomoda e piena di alghe, a pochi chilometri da una delle spiagge più rinomate della Sardegna, perché il collega di papà gli aveva suggerito di evitare le zone affollate. E ricordo i goffi tentativi di mio papà di convincerci che fosse una chicca, quel luogo che puzzava anche.
Mi ricordo la paura, quando in aeroporto a Parigi ci hanno fatto sdraiare per terra per far esplodere una valigia dispersa, che io temevo essere la mia con il mio orsacchiotto.
Mi ricordo la sensazione di essere osservata da dietro le persiane in una Orgosolo che mi sembrava uscita dal secolo precedente.
Mi ricordo le risate sugli scivoli, le Coca-Cola divise con papà.
Mi ricordo il profumo del mare dal traghetto.
Mi ricordo situazioni, flash, sensazioni, emozioni. Ricordo pochissimo di ciò che ho visto. Ma quell’anelare alla scoperta, al viaggio, che quelle esperienze mi hanno insegnato, non l’abbandonerò mai.
I viaggi da bambina mi hanno insegnato a viaggiare col cuore, a carpire ogni attimo felice e custodirlo lì, in fondo al cuore, per quando fuori fa freddo e i ricordi sono l’unico modo per scaldarmi.
Per questo non rinuncerei mai a viaggiare con le mie figlie. Ricordi.
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