Non vorrei parlare troppo in fretta, ma PARE che l’influenza abbia fatto le valigie, dimenticando qualche colpo di tosse e un orecchio completamente tappato – il mio. Di queste due settimane da malaticci mi rimarranno impresse nella memoria in particolare le notti. Notti infernali, in cui si dormiva 2 o al massimo 3 ore. Il racconto di una di queste riposanti e rilassanti nottate potrà farvi riflettere – nel caso in cui non siate già genitori di 2 figli – se sia proprio il caso di riprodurvi ancora!
Ore 21.30: Sofia e Cecilia sbadigliano. Il Maritino le accompagna a nanna, favoletta di rito, “Buonanotte”.
Ore 22: tutto tace. “Il Maritino, andiamo a nanna anche noi?”
Ore 22.10: io leggo, Il Maritino dorme.
Ore 22.30: spengo la luce.
Ore 22.32: ho appena preso sonno, semidistrutta. “Ueh, ueh, ueh, ueeeeeeeehhhhhh”, “Cecilia si è svegliata, vai tu?” Il Maritino le rimette il ciuccio e lei è più sveglia che a mezzogiorno. Il Maritino decide di portarla nel letto con noi – si, lo so, non si fa, ma vi assicuro che alla quinta notte di fila in bianco non ve ne fregherà più nulla di ciò che è giusto o meno.
Ore 23: Cecilia: “ah, ah, ah”, grandi risate, ridolini, discorsi e taanto gioco.
Ore 0.30: come sopra.
Ore 2.00: finalmente tutti dormono.
Ore 2.10: “Papà, papà io acqua!” Il Maritino si alza di nuovo ma nel lettone non c’è più posto. Io e Cecilia emigriamo in camera delle bimbe, Sofia prende il mio posto nel lettone.
Ore 3.00: Mi giro e mi rigiro nel lettino di Sofia. Che scomodo, che freddo, che mal di gola, ufffffff.
Ore 4.00: Cecilia si risveglia, è bollente. “”Il Maritino, che faccio, le metto la suppostina?” Spogliala, mettile la supposta, rivestila e allattala. Intanto sono le 4.30 e anche Sofia scotta. Spogliala, mettile la suppostina, rivestila e consolala. Sono le 5.
Ore 5.05: Sofia e Il Maritino riversi nel lettone, io e Cecilia abbracciate nel letto di Sofia, finalmente si dorme!
Ore 6.30: la sveglia de Il Maritino suona… e io mi sveglio!
