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Il festival di Sanremo non è sempre e comunque, a priori, tv spazzatura. L’edizione di quest’anno è la chiara dimostrazione del fatto che si possa fare intrattenimento senza dimenticare i diritti, che si possano sfoggiare abiti da sera per trasmettere messaggi importanti.
Sì, è una trasmissione nazional-popolare.
Sì, è una festa dai toni demodè.
Sì, è la manifestazione di una musica che durante il resto dell’anno sparisce.

Ma quest’anno è molto altro.
Nella puntata di ieri sera un messaggio fondamentale e comunicato con grazia infinita ci ha sorpresi, spettatori abituati a effetti speciali e lustrini. Il monologo di Luciana Littizzetto sull’amore, che con il passare dei minuti si è trasformato in un discorso contro la violenza delle donne, mi ha commossa. Ma non solo per le parole che ha usato, per il tono morbido e serio, ma soprattutto perché ho pensato a chi quelle botte di cui ha parlato le prende. E magari ieri sera stava guardando Rai Uno, e magari grazie a quelle parole ha iniziato a rendersi conto che quello che le è accanto non è un uomo degno di questo nome. Che non la ama.
Questo l’intervento integrale di Luciana Littizzetto, che ha poi portato sul palco anche il flash mob One billion rising, con grande coraggio e facendo un regalo ad ognuna di noi donne. E alle nostre bambine.

E poi c’è un altro motivo per seguire Sanremo, più frivolo ma non meno importante: le Mamme a Sanremo. Come l’anno scorso, Iolanda Restano e Veronica Viganò si sono trasformate in inviate speciali di noi mamme, che ogni sera ci ritroviamo davanti alla tv con Twitter e trascorriamo alcune ore in allegria, commentando tutto. A volte siamo acide, a volte un po’ meno e vi garantisco che #mammeasanremo è un modo per farsi due risate con le amiche. Noi stasera saremo di nuovo lì, venite con noi?