A quasi 40 anni

A quasi 40 anni
A quasi 40 anni

È un periodo strano, di creatività che travalica i confini del lavoro, che pervade le mie giornate e le mie notti e che mi fa sperare in un 2017 pieno di luce, dai confini ancora per nulla marcati. Mi sembra di essermi tolta le scarpe, di essermi alleggerita di strutture che io stessa avevo costruito intorno a me e di essere tornata a godere del sole, a sentire l’erba che mi solletica la pianta dei piedi, a stupirmi della mia risata che prorompe inaspettata.

Ho scoperto che le Persone sono ciò che conta davvero e, all’improvviso, alcune Persone sono riuscite a spostare il mio baricentro tanto da farmi credere di aver perso l’equilibrio. Ci sono abbracci che mi hanno sorretta e che stanno costruendo scenari nuovi per noi. Ci sono giornate estenuanti, fatte di continui rimettersi in discussione, di progetti che iniziano a camminare con le proprie gambe, tenuti per mano da noi, come solo dei genitori sanno fare, di occhi che si velano dall’emozione, di sogni che riaffiorano, di delusioni cocenti, di rapporti ed equilibri che un attimo ci sono e un attimo dopo sembrano spariti, per poi riemergere più forti di prima.

 

È come essere tornati ad avere 18 anni, quando tutto sembrava possibile, quando pensavo di poter cambiare il mondo e disporre della mia vita, della mia libertà, del mio futuro. Ho esattamente le stesse sensazioni.

In questi anni di lavoro, nel senso stretto del termine e in senso lato su me stessa, ho imparato a conoscere il mondo lavorativo e me stessa. Ho capito che alcune direzioni prese non mi avrebbero condotta là dove invece avrei voluto arrivare. Soprattutto, iniziavo a non godermi più il viaggio. Dopo anni, ho cambiato direzione e ho scelto di cucirmi addosso l’abito in cui sentirmi davvero felice. Almeno per alcuni istanti ogni tanto.

Ho capito che avere una mano a cui sostenersi e a cui offrire la propria rende le vittorie più piene e le sconfitte più sopportabili.

Ora so che l’energia che sviluppano persone simili è qualcosa di inarrestabile e coinvolgente. L’ho capito solo quando, quasi per caso, ho iniziato a smuoverle, quelle energie.

Ognuno di noi ha un percorso, che a quasi 40 anni è diventato ingombrante, ha una storia fatta di tappe che hanno lasciato cicatrici indelebili sul cuore. Voglio intorno a me coloro che hanno fatto pace con se stessi, accettando l’imperfezione delle proprie vite, senza che ciò renda le proprie anime impermeabili. Voglio condividere la mia vita e i miei progetti con chi sa ridere, emozionarsi, piangere ed entusiasmarsi come quando di anni ne aveva 18, nonostante la vita. Voglio verità, schiettezza e trasparenza, nella luce e nell’ombra.

Lo sto pretendendo, avvicinandomi, e da quando ho iniziato questo percorso le mie giornate e le mie notti sono estenuanti e profondamente vere.

 

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