Perché – anche questa volta – sono dalla parte di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni va a tenere una lezione ad Harvard. “Un’aula di Harvard non è il suo posto”.

Chiara Ferragni si fidanza con Fedez. “È tutta una montatura pubblicitaria, non è vero che stanno insieme”.

Chiara Ferragni posta un video in cui allatta Leone. “Sta usando l’immagine del bambino, è una madre indegna”.

Chiara Ferragni posta una foto dal red carpet di Cannes mentre suo figlio è a casa con la nonna. “Non è una di noi”, “Io quando mio figlio aveva tre mesi manco mi lavavo i capelli”, “Come può lasciare un figlio per andare a farsi bella sul red carpet?”

Poi, come sempre accade, arriva la goccia che fa traboccare il vaso. Chiara Ferragni scrive un post su Instagram dicendo che è difficile essere una mamma che lavora, una “working mum”. Succede il finimondo sui social. Insulti, offese, di tutto.

Perché tutto quest’odio?

Chiara Ferragni è una ragazza che ha costruito il proprio futuro partendo da se stessa e dai propri punti di forza. Attualmente è socia di 3 aziende, con un fatturato totale che supera i 10 milioni di euro. È partita da un blog di moda. La sua storia la conosciamo tutti, ma credo che molti non abbiano ben capito il lavoro che svolge. Le stories su Instagram e le borse firmate sono solo un micro-pezzettino delle sue attività. Gestire delle aziende non è cosa da tutti e lei, a 31 anni, lo fa egregiamente.

Dovremmo essere orgogliosi della nostra italianissima Chiara Ferragni, per ciò che rappresenta, per la strada che ha fatto e per come ha scelto di comunicare. Invece facciamo a gara a chi la insulta di più. Perché?

Sono giunta alla conclusione che in Italia chi ha fatto soldi dia fastidio, debba sentirsi in difetto e non abbia il diritto di provare emozioni. Come se i soldi cambiassero il fatto di essere triste per dover lasciare il proprio neonato per due giorni di fila.

Se sei ricca e hai anche l’aggravante di essere nata in una famiglia agiata, non puoi dire che ti manca tuo figlio.

Perché c’è chi sta peggio di te, “sai che esistono le operaie che lavorano 10 ore al giorno?”. Ebbene, vi svelo due segreti:

  1. Le operaie e tutte le dipendenti con un bambino di due mesi e mezzo sono ancora a casa in maternità, retribuite all’80% o al 100% a seconda dei contratti collettivi. Fino a un anno di vita del bambino non lavorano a tempo pieno ma hanno 2 ore di allattamento al giorno.
  2. Provare compassione (nell’accezione originaria di cum pathos, ovvero “patire insieme”) per Chiara Ferragni non toglie nulla a tutte le altre mamme, a quelle con problemi economici, a quelle senza un lavoro, a quelle in maternità, a quelle che non hanno un compagno, a nessuna. L’empatia per qualunque mamma passa anche dall’empatia per Chiara Ferragni, che ha tutto il diritto si scrivere che essere una mamma lavoratrice è molto difficile.

 

Dicevo, se hai fatto soldi con le tue attività in Italia sei da evitare, da allontanare ma soprattutto da criticare. Già, perché criticare è assai più semplice e meno rischioso che fare. Provare, buttarsi, lavorare implicano di mettersi in gioco, di rischiare di fallire. Criticare dal proprio letto di rassegnazione è una strada semplice, senza rischi. Non ci si deve neppure mettere la faccia.

Aggiungo ancora un pensiero a questo post sconclusionato. Voglio spiegare ciò che mi fa essere dalla sua parte, ancora una volta. Seguo e ammiro Chiara Ferragni da molti anni. Era una ragazzina arrogante che grazie alla sua determinazione e alle persone giuste intorno è cresciuta e ha costruito qualcosa in perenne evoluzione. Se non ci si ferma sulla superficie, infatti, è facile notare come da immagine di se stessa sia passata a coinvolgere in prima battuta Fedez, ma poi anche la sorella Valentina, la mamma, l’altra sorella e il papà, oltre naturalmente al suo bambino. Insomma, sia nelle aziende che nell’immagine social, Chiara sta costruendo un clan, che mi ricorda le Kardashian e che non so come evolverà. Di sicuro lei sa dove vuole arrivare con questa operazione e sa che chi non evolve, nel mondo del digital, soccombe.

In molti anni, dicevo, non l’ho mai vista inveire contro gli haters e ancora oggi, a seguito della polemica orrenda sul suo sfogo da neomamma, si è limitata a ringraziare, piangendo, chi le sta dimostrando affetto e sostegno. Non ha neppure fatto menzione della polemica in sé.

Sono dalla parte di Chiara Ferragni, anche oggi, perché è indegno che delle madri si sentano in diritto di sminuire la tristezza di un’altra madre che sta lasciando suo figlio per la prima volta, perché lei è un esempio di forza e positività, perché con la sua semplicità sta generando un nuovo modello per le future mamme.

Sono passati 10 anni da quando sono diventata mamma ma ancora mi ricordo bene – Sofia aveva 3 mesi – quando la lasciavo un’ora per andare a godermi il regalo di mio marito, massaggi drenanti. Era solo un’ora, mia figlia era con mia mamma, ma per me era un distacco difficile. Non credo che avrei avuto il coraggio di lasciarla per due giorni, allora. Ma di necessità virtù, ho dovuto imparare presto a farlo.

Avanti tutta, Chiara. E anzi, grazie perché stai dimostrando che si può essere mamme a modo proprio.

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