Neomamme, solitudine e cattive mamme

Sto leggendo un libro interessante: “La rabbia delle mamme” di Alba Marcoli. Si tratta di un percorso attraverso un’emozione che spesso è oggetto di tabù, soprattutto se associata al ruolo di madre.
Non è socialmente accettabile che una mamma provi rabbia – e se lo fa è vittima di sensi di colpa che la lacerano.

Sono al capitolo sulla depressione post-partum e sulla solitudine delle neomamme – che possono sfociare in atti violenti contro i propri bambini.

E leggendo ho ripensato a quando neomamma ero io.
A quanto mi faceva soffrire avere accanto persone che sapevano sempre cosa fare e come farlo, che maneggiavano mia figlia con abilità facendomi sentire un’incapace. Parlavano di scarsità di latte, di bambini nati morti e di malattie come se niente fosse. E per me ogni volta era una pugnalata.
Poi a volte Sofia piangeva per le coliche e non c’era modo di calmarla. E ancora di più io andavo in confusione. Ognuno aveva la sua ricetta astrusa e io, che in quel momento facevo fatica a riconoscermi per la mancanza di sicurezza in me stessa, andavo per tentativi, mi innervosivo, facevo innervosire la bambina ed era un circolo vizioso.

Tutti accanto, ma in quel momento l’unica persona – oltre a Il Maritino, che era insicuro quanto me ma quando c’era era una roccia a cui aggrapparsi – che volevo accanto era la mia mamma. Non dispensava consigli, non mi diceva come fare le cose, non mi obbligava a stancarmi per tenere la casa a posto e MI PORTAVA FUORI.
La salvezza è uscire, fare lunghe passeggiate, passare nei negozietti della zona, fare la spesa, comprare il pane, un giornale e vedere persone. Il mercato era il mio giro mattutino, da sola con Sofia perché mia mamma era al lavoro.
E il pomeriggio, con pioggia, neve, 40° e sole a picco, di nuovo fuori.
In centro a vedere le vetrine, a fare commissioni, nei centri commerciali quando le condizioni meteo non permettevano altro.
Fuori, con una persona che non ti vuole insegnare a fare la mamma.

Questa è stata la mia ricetta. Ed è funzionato tutto molto bene!

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5 Comments

  1. Micaela 30 Mag 2012 at 09:38

    Ti capisco! Ah, se ti capisco!
    I consigli sono la peggior cosa, soprattutto quando non sono richiesti…

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  2. Marina 30 Mag 2012 at 10:07

    Tocchi un nervo scoperto…. dopo 5 anni dalla nascita di mio figlio ricordo ancora con angoscia (come un tunnel di cui non intravvedevo la fine) quelle prime settimane con sensazioni di grande stress e solitudine. Nessuna mamma dovrebbe essere lasciata sola in questa fase così delicata. Spesso invece si dà per scontato che il solo fatto di essere diventate mamme doni quasi per magia tutte le competenze necessarie. Non ho avuto nulla a che vedere con la depressione post-partum, più che altro ho vissuto una grande solitudine (nonostante fossi circondata di familiari!) di fronte alle piccole grandi cose che riguardano i neonati: come allattare, quanto dargli da mangiare, come farlo dormire…
    Nel mio caso è mancata totalmente la “trasmissione del sapere”, cioè l’aiuto delle madri anziane della famiglia che, rimaste al palo con vaghe nozioni di pediatria ottocentesca, mi erano di intralcio più che d’aiuto.
    E’ vero: uscire, passeggiare, bere un caffè con un’amica, ritagliarsi un’ora tutto per sè è un aiuto grandissimo. Soprattutto secondo me è fondamentale il confronto con altre mamme. Insomma, dalla serenità della mamma dipende anche la serenità del bimbo.
    Recentemente ho scoperto che esiste una figura competente, quella della “doula”, che può essere di aiuto e sostegno alle neo-mamme nei primi tempi con il neonato.

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  3. A casa mia 30 Mag 2012 at 10:45

    Che brava la tua mamma!
    Adesso che alcune amiche stanno diventando mamme per la prima volta io dico sempre loro: “Non vi preoccupate se siete stanche, all’inizio è difficile. E non ascoltate i mille consigli che vi arrivano. Voi siete la mamma e solo voi sapete di cosa ha bisogno il vostro bimbo”.

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  4. Daniele Carraro 30 Mag 2012 at 12:39

    Se dovessi scrivere tutti gli sbagli che ho fatto con i miei figli, non basterebbe un librone come la bibbia. Ma io non sono San Giuseppe e mia moglie non è la Madonna. Dobbiamo fare il nostro meglio e riconciliarci con noi stessi, cercando di amarli ogni giorno un po’ di più.
    Ciao.
    Daniele

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  5. Cento per cento Mamma 30 Mag 2012 at 14:19

    Mi piace questa bella condivisione di esperienze!
    è un argomento di cui bisogna parlare, al quale bisogna preparare le future mamme. Il tabù è duro a morire, ma genera nelle donne un grande senso di frustrazione e inadeguatezza.

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