Sono fiera della mamma che sono

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C’è una cosa che mi dimentico troppo spesso: sono fiera della mamma che sono. Sono piena di difetti, faccio errori ogni giorno, ma ce la metto tutta. Anche quello che do per scontato dovrebbe avere in me maggiore risalto.

Perché sono così ossessionate dall’idea di madre perfetta, così distante dalle mie imperfezioni? Non so se sia colpa di modelli culturali o sia un istinto a migliorarsi perenne, nella mia disperata ricerca di perfezione, ma noto solo quello che di sbagliato faccio, trascurando tutti quei piccoli segnali che mi dicono che nonostante tutto sto dando il meglio.

Ero una ragazzina che, quando aveva casa libera, si buttava sul divano con la tele accesa e passava anche 10 ore così, incurante delle condizioni in cui versava il luogo in cui si trovava. Ora non ricordo quand’è stata l’ultima volta in cui ho trascorso due ore con il sedere poggiato su un divano, con la mente libera come allora. Combatto ogni giorno con il mio disordine e la mia casa è spesso impresentabile. Ma riesco comunque a mandare le mie figlie a scuola con abiti puliti ogni giorno, in orario. E, se ci penso, è un grande risultato. Sfamo la mia famiglia tutte le sere, offrendo nella maggior parte dei casi un piatto cucinato da me, sempre diverso.

Le mie figlie sono felici e si stanno godendo la loro infanzia, nonostante tutta la fatica che facciamo il loro papà ed io ogni giorno. Non mi trattengo, dico parolacce e litigo davanti a loro. Ma le due bimbe non ne sono turbate, le parolacce non le dicono “perché i grandi sbagliano, ma i bambini non le possono dire” e hanno imparato che una litigata anche accesa è un modo per confrontarsi e far crescere i rapporti. I litigi ci sono anche tra loro e io non li ho mai stigmatizzati, anzi ne sottolineo l’importanza nella costruzione di se stesse e della propria socialità.

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Le mie figlie sanno dare un nome alle proprie emozioni. Ciò significa che il lavoro sull’intelligenza emotiva sta avendo un riscontro. Altro punto a favore di questa mamma così sgangherata.

Non sono perfetta, sono un essere umano. E loro lo sanno benissimo, già oggi. Nessuna delusione, dunque, quando nell’adolescenza prenderanno coscienza delle effettive “dimensioni” dei propri genitori. Non avranno sorprese perché dell’imperfezione della loro mamma erano già a conoscenza da mo’.

Avremo moltissimi ricordi non convenzionali di questa loro infanzia: le cene sul divano, lo shopping sfrenato, le canzoni ballate in macchina, i pranzi al ristorante il venerdì a pranzo, i viaggi mamma-figlia, i pomeriggi sul lettone per ore a farci le coccole. Sono quella del carpe diem, che poi però tralascia doveri importanti. Tutto non si può avere!

Mi è capitato tra le mani un portachiavi che dice #fieradiesseremamma e quella strisciolina rosa mi ha fatto riflettere su quanto orgogliosa sia di me stessa come mamma, anche se troppo spesso me ne dimentico.

Ricordarselo alleggerisce quella coscienza troppo ingombrante che fa sgorgare sensi di colpa come se piovesse.

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