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La scuola italiana versa in cattive condizioni, cattivissime. Gli insegnanti fanno i salti mortali per fornire un servizio nonostante le carenze.
Ma la sensazione che tutto il sistema stia per collassare è palpabile.
Voglio raccontarvi alcuni episodi di cui ho avuto notizia avvenuti a Torino.
Le aule informatiche
A breve inizierò un laboratorio di blogging in una scuola. Al momento di fare un sopralluogo nell’aula informatica ho scoperto che i pc presenti – 12 – sono in parte inutilizzabili, non possono essere usati per archiviare files e l’hardware ha circa 20 anni. La rete wifi montata dal Comune non funziona – non è mai funzionata – e quindi devo organizzarmi io con la mia rete wifi portatile, nella speranza che i ragazzi abbiano un portatile.
La visita medica
Da SEMPRE – e intendo da semprissimo, visto che l’ha fatta anche mia mamma nel 1965 – in prima media i ragazzi svolgono un check up al Centro di Medicina dello Sport, offerto dal Comune. è di questi giorni una circolare che comunica che il servizio è sospeso in seguito ai tagli imposti dal Patto di Stabilità.
Le liste di attesa nei nidi
Noi non ce l’abbiamo fatta. Nonostante 2 figli, entrambi i genitori occupati e i relativi punteggi, non abbiamo avuto la fortuna di entrare all’asilo nido. Cecilia è rimasta a casa, come il 79% dei bambini della sua età. Già, perché a Torino c’è posto al nido solo per il 21% dei bambini in età da nido. Rassegnamoci!
I palazzi che crollano
Passando davanti ad un’altra scuola del centro di Torino ho notato dei calcinacci in strada. Tutta la zona recintata e il palazzo presentava evidenti segni di un recente crollo all’altezza del tetto. Di bene in meglio!
In conclusione, le falle sono tante, tantissime, e di grossa entità. Ma la nave sta ancora a galla grazie all’impegno delle persone, degli insegnanti, dei genitori e degli allievi. Che Dio ce la mandi buona!
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il 21% di posti x il nido è già una percentuale alta. ci sono città in cui le percentuali sono ancora più basse. e anche se entri, non è che sia gratis!
Sul nido devo ricredermi, siamo stati “ripescati”. Lo so che Torino è già una realtà privilegiata, è proprio questo che mi preoccupa!