
All’inizio dello scorso anno scolastico ho istituito la paghetta per i miei figli di 12 e 14 anni.
L’esigenza della paghetta è nata sia in loro (che avevano esaurito le scorte lasciate dal topolino per i dentini) sia in me che avevo bisogno di capire se potevo iniziare a fidarmi per fargli gestire piccole somme.
L’idea è stata buona, ma le cose non sono sempre andate benissimo.
La cifra stabilita è stata 5 euro a settimana a figlio, che in un mese diventa o 20 o 25 euro a seconda delle settimane. L’accordo prevede che da questa somma venga pagata la ricarica telefonica di 10 euro al mese, pertanto la cifra che resta varia tra i 10 e i 15 euro. Considerando che tutti i pasti, anche quelli in giro, sono pagati da me e che i trasporti son pagati da papà, si tratta di una cifra netta che resta nelle loro tasche.
I ragazzi hanno reagito in modo diverso. Giulia, la grande, è sempre arrivata al mese successivo a zero o in negativo chiedendo prestiti al fratello o anticipi a me. Carlo, il secondo, ha spesso accumulato le cifre per poi comprarsi qualche cosa da solo.
In alcuni casi, a causa di problemi disciplinari (non cose grosse, ma piccole mancanze di rispetto delle poche regole che do!), la sospensione temporanea della paghetta mi è servita come sanzione.
Prima di iniziare a scrivere questo post ho fatto qualche domanda a Giulia per capire se la mia percezione dell’esperienza fosse allineata con la sua, visto che è stata la più problematica.
Ecco le risposte di Giulia.
Paghetta sì o no?
“Paghetta sì, ma è giusto pagarsi la ricarica del cellulare, almeno so che devo tenere da parte un po’ di soldini.”
E’ giusto togliere la paghetta a un figlio se non si sa amministrare, rimandando a un altro momento la prova?
“No, non è giusto, perchè così facendo si solleva il figlio dal problema di risparmiare e non impara a gestire i soldi.”
Quanti fra i tuoi comagni di scuola hanno la paghetta e di che cifra?
“Quasi tutti i miei compagni hanno già da qualche anno la paghetta, più o meno della stessa cifra della mia.”
Sei disposta a risparmiare delle piccole somme?
“No, perchè c’è sempre qualche cosa in cui spenderli e per non risparmiarli.”
In che cosa spendi i soldi?
“Vestiti, trucchi e merende (extra).”
In effetti le risposte di Giulia mi confermano quello che pensavo, ovvero che non c’è in lei molta maturità nel gestire i suoi soldini, ma che è necessario per lei continuare a farlo per familiarizzare con questa problematica, che si ripresenterebbe più avanti, magari in termini più grossi.
In ogni caso, ho sempre cercato di far uscire i figli di casa con in tasca qualche spiccio perchè non mi piace che siano senza soldi, ma anche così vedo che per loro averli in tasca significa spenderli e non chiedersi se sia giusto o meno risparmiarli.
Anche se di carattere tenderei a controllarli maggiormente mi sforzo di lasciar fare a loro, proprio nell’ottica di responsabilizzarli.
Con il secondogenito, Carlo, anche se più responsabile devo comunque ogni tanto capire dove sono finiti i suoi soldi, perchè magari li presta ai compagni e si dimentica o li anticipa per spese scolastiche e non lo dice per poi trovarsi con una cifra molto inferiore a quella che si aspettava, restandoci male.
Un po’ di controllo, un po’ di tolleranza, un po’ di buon senso e la paghetta resta in uso anche per il prossimo anno scolastico, senza aumenti, nella speranza che si prenda il ritmo giusto.
Ho anche istituito dei premi (tipo banca!) che prevedono il regalo di 5 euro a chi risparmia almeno 50 euro per qualche mese o a chi mette da parte qualcosa (anche poco) per fare un viaggio o una vacanza (come a Pasqua, ad esempio).
Non ho mai dato soldi ai figli per i bei voti. Ho sempre lodato e ringraziato per il loro impegno e raggiungimento dei risultati, ma non mi piace dare soldi in cambio di studio, credo siano ambiti diversi.
Avete figli in età da paghetta? Come funziona a casa vostra? Avete qualche suggerimento per incentivare i risparmi dei figli?
0