Il giorno della memoria

Questo post non era in programma. A volte evito di scrivere di alcuni temi per non cadere nella banalità di frasi fatte o luoghi comuni. Ho paura di non essere in grado di dire nulla di interessante o intelligente sulla Shoah. Ho paura di non essere all’altezza di un argomento così grande.

Sto cercando da tempo una mia intervista a mio nonno, che ormai non c’è più, nella quale mi raccontava per filo e per segno tutto ciò che ha vissuto durante la seconda guerra mondiale (già, lo scrivo minuscolo perché non penso sia un evento degno della lettera maiuscola!). E’ stato deportato, è riuscito a scappare e noi conserviamo ancora la fascetta con il numero che avevano apposto sul suo braccio – mi fa orrore ogni volta che la vedo!
Ma per ora la mia intervista per il concorso alle elementari non è saltata fuori.
Poi ho letto l’articolo di Mammafelice, che suggerisce di

pregare con le parole, in mia compagnia, diffondendo la pace e il bene, la Poesia.

Ho commentato sul suo blog, postando una poesia di Bertold Brecht e un passo dell’autobiografia di Charlie Chaplin.

Qui voglio celebrare la bellezza della vita con una poesia di Gandhi:

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.

Vi invito ad unirvi a Barbara e a tutti coloro che stanno pregando con le parole su Mammafelice.

Ah, un’ultima cosa: è la nostra generazione l’ultima che ha vissuto racconti di vita diretta dai propri nonni sull’Olocausto. I nostri figli possono conoscerne l’orrore solo se noi riusciremo a trasmetterglielo. Non dimentichiamolo!

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6 Comments

  1. Moky 27 Gen 2013 at 14:22

    anch’io oggi ho riportato solo poesie e frasi scritte da chi c’è stato, da chi l’ha vissuto l’Olocausto, non mi sentivo in grado di scrivere null’altro.

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  2. Marina 27 Gen 2013 at 19:11

    Posso capire quello che provi, i miei genitori hanno vissuto la seconda guerra durante la loro adolescenza e mi hanno sempre parlato delle loro esperienze e di quello che questa guerra ha significato per milioni di persone. Sono nata quando entrambi non erano più giovanissimi e mi raccontavano già da piccola le discriminazioni vissute dagli ebrei italiani in particolare dal ’38 e poi le deportazioni nei campi. Per loro è stato l’evento che ha segnato l’esistenza ma per fortuna in modo non drammatico come invece per milioni di altre persone. Mio padre è stato fatto prigioniero da civile e deportato in Germania dove è rimasto fino alla fine della guerra, e per fortuna ha “solo” lavorato forzatamente facendo lavori agricoli in una fattoria. E’ un evento cronologicamente lontano che sento in modo molto vivido.

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  3. loredana 28 Gen 2013 at 16:28

    Complimenti, non sei caduta per niente nella banalità

    Reply
  4. Anonymous 8 Feb 2013 at 09:28

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    solo un abbraccio grande,e sperare che nulla di simile si possa ripetere!

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