In questi giorni di influenze e febbri altissime per tutta la famiglia, ho capito che ci raccontiamo una bugia. Una delle tante per evitare i sensi di colpa. Una delle tante per giustificare le nostre assenze. Una delle tante per pretendere che un bambino si abitui al ritmo frenetico delle nostre assurde vite.
Ho capito che non è vero che i bimbi stanno bene anche se noi mamme non ci siamo. Quando sta male, un bambino ha bisogno della sua mamma! Anche se si tratta di una banale influenza, sente l’esigenza della presenza e del contatto fisico della sua mamma.
Vi racconto cosa mi è successo. Venerdì sono andata in ufficio, lasciando le due bimbe malate con la baby sitter al mattino e la nonna al pomeriggio. A Cecilia la febbre è salita molto e ha piagnucolato per tutto il giorno. Ma ancora non mi ero accorta di nulla. Sabato, entrambe febbricitanti, ho dovuto tenerla in braccio tutto il giorno, anche per dormire perché se osavo appoggiarla un istante le urla mi perforavano i timpani e guai se lasciavo, anche solo per andare in bagno, la stanza in cui c’era lei…
E così ho capito che aveva paura che la lasciassi di nuovo. Evidentemente, per quanto volenterose e coccolose tata e nonna fossero state, lei aveva bisogno della sua mamma!
Anche in questo caso, dunque, non lasciamoci fregare dalle “urgenze” della vita lavorativa: i nostri bambini, se sono malati, hanno bisogno del nostro calore e del nostro odore!
Questa esperienza mi ha insegnato che, ancora una volta, ho preteso troppo dalle mie bambine e non ho messo loro al centro… Quanti errori si fanno… Ma nel weekend ho rimediato: coccole continue per tutte e due!
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E’ vero, a volte si pretende troppo dimenticandoci che sono piccoli… Sono rimasta impressionata la prima volta che mio figlio, intorno ai 9 mesi, si è ammalato la prima volta. Con le migliori intenzioni l’avevamo introdotto all’asilo nido in previsione della mia ripresa del lavoro, non immaginando (un po’ superficialmente) che l’avremmo “immerso” in virus e batteri che non ci avrebbero dato tregua per mesi e mesi.
Dal momento in cui ha iniziato a stare male, in piena notte, mi si è aggrappato come una scimmietta. L’immagine era proprio quella più ancestrale: un mammifero che si aggrappa al petto della madre in cerca di contatto e calore. Ricordo che ho passato tutta la notte con il bimbo sul petto, l’unica cosa che l’ha calmato e fatto riaddormentare. Inutile dire che è stata una lunga notte.