Qual è il tuo gioco preferito?

Mamma, qual è il tuo gioco preferito?” Così, me l’ha chiesto con una semplicità disarmante. Io non lo so qual è il mio gioco preferito, anzi, non credo di saper più giocare. Mi sono trovata a riflettere: giocare implica lasciarsi andare, immergersi in un mondo altro, lasciare che tutti i pensieri reali e concreti si stacchino da noi e ci permettano di essere, di nuovo, tabula rasa. È difficilissimo farlo, quando come me vivi la concretezza della vita, quando la praticità ha il sopravvento sul sogno. Già, giocare è come sognare: puoi essere chiunque e compiere qualunque gesto, senza che questo abbia nessuna conseguenza se non quella gravissima di cambiare le sorti del gioco.

Pensandoci bene, però, giocare è anche come scrivere. I personaggi di una storia hanno le caratteristiche che decidi tu, si comportano come vuoi che facciano, hanno una vita che stabilisci. Sembra tutto così razionale, quindi. Ma poi nella realtà dei fatti non va proprio così e chi scrive lo sa. I personaggi sono materia viva e sono loro a decidere come andrà la storia, chi scrive si lascia solo portare per mano. Ma in effetti non è tutto qui.

Giocare è come fare l’amore. O forse sarebbe meglio dire che fare l’amore è come giocare. Come mi è venuto in mente questo paragone? Ho pensato che si gioca spesso e meglio se non si è soli e fare l’amore implica lasciarsi andare e seguirsi a vicenda, ascoltarsi e amarsi, nel modo che si decide con il cuore nel momento stesso in cui lo si fa. Esattamente come giocare.

 

Se rivedo la situazione sotto questi nuovi punti di vista, in effetti so ancora giocare – e lo faccio ogni giorno: sogno con gli occhi aperti da mattina a sera, continuo la notte nel sonno, scrivo per lavoro e perché per me è più importante che respirare, amo fare l’amore. Quindi, ora posso dire a mia figlia che so giocare, voglio ancora giocare. Lei può insegnarmi come si fa. Io devo solo lasciare che ciò accada, facendomi guidare verso un momento solo nostro, di allegria e di costruzione di ricordi comuni felici.

 

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È vero che non sono i giocattoli a fare il gioco e che la fantasia può essere alimentata da un pezzo di stoffa e una sedia rotta. È anche vero, però, che il mondo dei giocattoli ci permette di entrare nella dimensione magica del gioco con una spinta maggiore. I giocattoli ci danno l’opportunità di vivere avventure e costruire storie che chissà dove ci condurranno. Quindi Sofia ed io andremo a scoprire il mondo dei giocattoli a Milano a G! come Giocare, i tre giorni dedicati al gioco per tutta la famiglia (18-19-20 novembre, Fieramilanocity – Padiglione 3). Per iniziare a giocare ho bisogno di una spintarella e credo che quello sia il luogo adatto: ci sarà il puzzle più grande del mondo (40.000 pezzi che celebrano, in 7 metri di lunghezza e 2 di altezza, i più grandi capolavori Disney), le Winx e la Star Wars Arena (che diplomerà giovani cadetti imperiali e soldati ribelli facendo vivere un’indimenticabile esperienza stellare in compagnia di valorosi Jedi, coraggiosi piloti e perfidi Sith), una ludoteca per i giochi da tavolo. Ma non solo, ci saranno più di 100 tra le più importanti aziende nazionali e internazionali del settore del giocattolo.

Quale posto migliore della stanza dei giochi più grande che c’è per iniziare, anzi, ricominciare a giocare?

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