Quanto sono cambiati i genitori da quando sono diventata mamma per la prima volta, quasi 11 anni fa!
Sono stata ospite di un luogo magico, al Fuorisalone di Family Welcome: Living Suavinex, centro di accompagnamento alla gravidanza, è stato popolato per 4 giorni da mamme e papà, futuri genitori e piccoli dolcissimi bebè. Sono stata a chiacchierare con molte mamme e altrettanti papà e ho partecipato ad alcuni workshop sulla cura dei dei più piccoli e sull’alimentazione dei bambini.
Il massaggio neonatale
Grande, grandissimo rimpianto da mamma il mio, di non aver partecipato a un corso di massaggio neonatale! Ho sempre massaggiato le mie bimbe, da quando erano piccolissime, prima per far passare le coliche addominali (la cui esistenza in realtà non è confermata) e poi come coccola. Ancora oggi Sofia si rilassa con dei tocchi lievi sulla schiena, che tenerezza!
Il workshop, organizzato da La Roche Posay, è stato tenuto da un’ostetrica che ha mostrato come far rilassare il bimbo con un massaggio.
Cosa ho imparato sul massaggio neonatale
- Il massaggio è un momento di costruzione del legame d’amore tra papà o mamma e bimbo;
- Non sempre è il momento giusto: il bambino deve essere predisposto per ricevere il massaggio;
- L’atmosfera conta: create la giusta situazione prima di iniziare a massaggiare il bambino, con la luce, la temperatura, il tono di voce, la rilassatezza nei modi;
- Il massaggio deve essere piacevole per entrambi, quindi se è una fonte di stress è meglio rimandare;
- Partite dalle zone che toccate più di frequente, per poi arrivare al centro del corpo;
- La Roche Posay ha una linea di prodotti, Lipikar, ideali per le pelli sensibili e quindi perfetti da usare per il massaggio dei neonati – ho portato a casa la crema e l’ho fatta provare a Sofia, 10 anni, con pelle a tendenza atopica: si è trovata talmente bene che l’ha voluta portare anche in gita, da spalmare sul corpo prima di dormire come fa a casa ogni sera; la sua pelle è migliorata al tatto e lei dice di sentirla “tirare” molto meno.
Svezzamento e alimentazione dei bambini
In questo workshop, organizzato da Nestlé Italia e tenuto dalla dott.ssa Elvira Verduci, Pediatra Ricercatore Universitario dell’Ospedale San Paolo, Dipartimento di Scienze della Salute Università degli Studi di Milano, ho capito che le teorie sul divezzamento di pochi anni fa sono state superate.
Come sapete se mi seguite da qualche anno, con la mia seconda bambina ho scelto l’autosvezzamento, complice una differenza di appena due anni dalla sorella e la necessità quindi di cucinare piatti semplici e poco conditi per lei.
Cosa ho imparato sul divezzamento
- I cibi vanno introdotti non prima dei 6 mesi;
- Il termine dei 6 mesi per l’inizio dello svezzamento è indicativo: è importante seguire le attitudini del bambino, le sue abilità, la sua curiosità, quindi è bene iniziare a svezzarlo concordando questo momento con il pediatra;
- Non ci sono regole fisse sull’ordine di introduzione degli alimenti né sull’esclusione di alcuni dalla dieta del bambino che si sta svezzando – questo è un enorme cambiamento rispetto al passato, quando si pensava che bisognasse rispettare tabelle precise;
- I bambini osservano e copiano il comportamento degli adulti: farsi vedere interessati al cibo e far vivere al bimbo un momento di serenità durante il pasto è un passaggio molto importante per lui o lei;
- Alimentazione vegana, vegetariana o autosvezzamento vanno condotti sotto la guida di un pediatra esperto che accompagni la famiglia e la aiuti a nutrire nel modo corretto il bambino;
- Il pesce e la carne freschi sono a rischio contaminazione; fino all’anno di vita è più sicuro usare il baby food, che ha dei livelli di controllo molto elevati, dettati dalla legislazione italiana;
- Fino all’anno di vita è consigliabile non introdurre latte vaccino.
Cosa ho imparato sull’alimentazione dei bambini
Nessuno applica più la dieta mediterranea, alla quale invece dovremmo tornare tutti, per i benefici che apporta al nostro benessere.
Un trucco che ho sempre applicato e che è stato confermato dalla pediatra è associare un alimento che non piace ad uno che piace, per “neutralizzarlo”.
Qualcosa di fondamentale e che spesso noi genitori sottovalutiamo è evitare del tutto il sale fino ai 2 anni di vita.
Approfondisci l’alimentazione dei bambini dai 4 ai 12 anni.
Articolo offerto da Nestlé Italia
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