Le giornate di una mamma sono un tetris a volte di difficile soluzione: impegni dei bambini, lavoro, malattie stagionali, spesa da fare, casa da pulire, panni da stendere (di stirarli non se ne parla, scopri perché), riunioni di scuola e chi più ne ha più ne metta.
Quando i tuoi figli sono piccoli pensi che a breve l’organizzazione migliorerà e invece, pochi anni dopo, ti ritrovi a fare l’autista tra corsi sportivi e feste di compleanno, ordinando la spesa mentre cuoci verdure e ascolti tuo figlio ripetere i Sumeri.
Nel lasso di tempo che passa tra i primi mesi di vita dei bambini e oggi non sei la sola ad essere invecchiata. Anche i nonni, che allora ti davano una gran mano, adesso procedono con più stanchezza e non se la sentono di tenere nipoti così attivi e impegnativi. Sempre che la loro intensissima vita sociale lasci qualche spazio tra conferenze, partite di briscola e gare di ballo… Io non lo so, ma neanche a 20 anni uscivo così tanto!
Aprire l’agenda ormai mette più ansia che leggere una cartella di Equitalia, quindi una soluzione va trovata. Una babysitter? Le referenze scarseggiano, soprattutto per ragazze automunite e con orari flessibili. Una ragazza alla pari? Magaaari! Non dimenticarti che i tuoi figli dormono nel letto a castello perché non c’è spazio per due lettini affiancati, dovresti rinunciare al micro-studio, ti trasformeresti nella mamma di un’adolescente, dovresti subire attacchi al frigo, rischiare di imbatterti nel trombamico che esce da casa tua. E poi sei sicura di volere una ventenne soda e senza una ruga per casa? Insomma, troppo sbattimento, opzione saltata.
Tuo marito prima delle 19.30 non rientra dal lavoro e quindi, suo malgrado anche se per te non è così, non può certo rappresentare un’alternativa.
Resta la soluzione “tiriamoci su le maniche e diamoci una mano tra di noi”. Già, non sei l’unica a non sapere come gestire i pomeriggi. C’è un’intera schiera di famiglie nella stessa situazione. Sai qual è l’unica difficoltà? Chiedere aiuto. Siamo state abituate a cavarcela da sole, a non pretendere niente dagli altri, schiena dritta con tutto sulle nostre spalle. Invece è arrivato il momento di aprirti agli altri, offrire il tuo sostegno e scoprire che anche altri sono disposti a fare altrettanto.
Aiutarsi tra genitori non significa identificare la mamma-chioccia della classe di tuo figlio e tentare di appiopparle il pargolo ogni volta che non sai che farne, ma instaurare uno scambio di solidarietà con lei.
Anche se ti sembra sempre perfettamente organizzata, con una vita semplice e pochissime cose da fare, ci sarà la volta che è in difficoltà. Offrile il tuo aiuto.
Da questo circolo virtuoso trarrai enormi vantaggi pratici. Ma non è questo il punto principale. Offrirai ai tuoi figli la possibilità di conoscere più a fondo dei compagni di classe. E a te stessa donerai l’opportunità di avere nuovi Amici. Sì, con la A maiuscola, perché, di questo sono sicura, il tuo intuito ti porterà ad avvicinare le mamme e i papà più affini a te. Dall’aiuto reciproco possono nascere grandi amicizie, belle esperienze di condivisione e una visione del mondo molto più aperta per i tuoi figli.
Noi oggi abbiamo la nostra famiglia d’origine, la famiglia che abbiamo creato con i nostri figli e una famiglia di altre famiglie con cui ci siamo scelti, che è una culla d’amore per le nostre bambine, una rete di salvezza per noi genitori e un bacino di momenti felici.
Cosa aspetti a creare la tua rete?
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Da quando mi sono trasferita in un Paese relativamente piccolo, noto che questa cosa sia molto più diffusa che in città.