Sogni di un’adolescente

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Avevo 18 anni, mi sembrava di avere il mondo in mano. Facevo la vita che chiunque di quell’età sogna di fare.

Ho festeggiato il mio compleanno con una festa da sogno in discoteca.

Studiavo letteratura greca, storia e filosofia, riflettevo sui massimi sistemi e sui grandi interrogativi dell’umanità.

Passavo nottate a discutere di religione, politica, libertà e anarchia.

Saltavo da un amore all’altro, con la leggerezza e l’allegria che puoi avere solo a 18 anni.

E sapevo che dalla vita avrei avuto tutto quello che volevo perché la mia dose di merda me l’ero già sorbita. Io ce l’avrei fatta, avrei fatto parte di quell’elite culturale di cui il primo giorno di ginnasio ci aveva parlato il Preside.

Piangevo, mi disperavo per amori non corrisposti, m’infuriavo per questioni di principio.

Occupavo la scuola pensando che in quel modo avrei contribuito a cambiare il mondo.

Lavoravo il pomeriggio per pagarmi le vacanze estive, orgogliosa della mia indipendenza.

 
Sono passati 16 anni ed è tutto cambiato.

Non faccio parte di quell’elite a cui appartenevo allora.

La mia passione, la mia rabbia sono scese a patti con la vita.

Continuo a indignarmi, spesso lo faccio in silenzio, tanto so che non cambierò il mondo.

Gli slanci amorosi si sono addormentati, sopiti dalla vita quotidiana in un cantuccio del mio cuore.

Il peso della responsabilità ha spazzato via l’ingenuità e la freschezza di allora.

La vita è diversa da come me l’aspettavo.

L’amore è un’altra cosa rispetto al sogno dei 20 anni.

 

Bisogna che lo dica alle mie figlie.

O forse no, meglio lasciare anche a loro l’illusione di essere onnipotenti.

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1 Comment

  1. Federica 21 Gen 2015 at 22:31

    ma si, lasciamogliela! Assolutamente si!

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