Piccole personcine

Di sicuro tutti penserete che si tratta di una banalità… Ma per me è stata la chiave di volta che mi ha permesso di capire quale strada volevo far prendere al mio rapporto con  le mie figlie. Vi racconto brevemente come è andata:
Ero in ospedale, Sofia non voleva saperne di nascere e io, per passare le ore, leggevo, pensando che sarebbero stati gli ultimi momenti per me – mi sbagliavo, per fortuna!!! Stavo leggendo “Il linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hobbs – di cui mi riprometto sempre di parlare, ma poi non lo faccio mai – e mi si è accesa la classica lampadina: dentro di me, in quella pancia enorme, oltre ad esserci la mia Lenticchia, c’era una PERSONA. E io avrei dovuto rapportarmi con lei considerandola come tale.

Così, dopo che finalmente hanno tirato fuori la pigrona, ho fatto continui sforzi per trattarla sempre come una persona, con il dovuto rispetto. Le ho sempre parlato, spiegandole cosa stavo per farle quando le cambiavo il pannolino, quando le davo il latte o dove stavamo andando quando uscivamo. Ho imparato a fidarmi di lei e del suo istinto, a seguire le sue richieste e a rispettare i suoi tempi. Lo stesso sto facendo oggi con Cecilia.

I neonati non sono dei pacchetti che puoi prendere, spostare e palleggiarti da uno all’altro. Necessitano del nostro rispetto e ne hanno diritto. D’altronde, noi pretendiamo che crescendo loro imparino a rispettarci, ma spesso siamo noi i primi a non comportarci in questo modo con loro. La base di qualunque rapporto è il rispetto, lo esigiamo da tutti coloro che ci stanno intorno e spesso ce ne dimentichiamo con i i nostri cuccioli.
Quando ho capito che quello sarebbe diventato il caposaldo del mio rapporto con Sofia, ho deciso che tutti si sarebbero dovuti adattare alla bambina e alle sue esigenze e ho iniziato a fregarmente se “la zia si è offesa perchè non le hai fatto prendere la bambina”, “L’amica c’è rimasta male perchè quando è arrivata la stavi allattando e non ha potuto vederla in faccia”, “Il signore che passava si è girato a guardare perchè allibito da te che la allatti su una panchina in piazza San Carlo”… Echissenefrega!!! A quel punto, ho cominciato anche a porre dei limiti al “palleggiamento tra parenti” che quando vedevano la piccola se la passavano da uno all’altro come un trofeo. Immancabilmente, lei si metteva a piangere e rimaneva nervosa per tutta la notte. Ho deciso che sarei passata per la strega cattiva con tutti ma avrei fatto il bene di mia figlia. Dopo un periodo di adattamento tutti si sono abituati e ora hanno imparato a rispettarle un po’ di più! E’ impopolare ma lo rifarei altre 100.000 volte!

 

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