Non avere una passione, non lottare per qualcosa, non pensare di avere il proprio destino in mano: a 20 non è ammissibile! Dall’età dell’onnipotenza siamo passati tutti e tutti abbiamo creduto di poter cambiare il mondo, di poter fare la rivoluzione e di avere la possibilità di ottenere dal futuro esattamente ciò che ci aspettavamo.
E invece mi sono accorta che, nel momento di crollo delle certezze che stiamo vivendo, tanti non ci credono più.
E soprattutto, non ci provano più. Sono rimasta sconcertata nell’incontrare, ad un evento organizzato per loro, gruppi di futuri ingegneri informatici che, al terzo anno di corso, non hanno ancora mai programmato nulla per sé.
Avevo appena visto il film The Social Network, che racconta la vicenda della nascita di Facebook, e questo bagno di realtà è stato una doccia fredda. Per quale recondita ragione ti iscrivi a ingegneria informatica se la programmazione non è il tuo hobby principale?
Amare ciò che si fa, portare avanti il proprio lavoro con passione, fare un percorso anche tortuoso ma che abbia come obiettivo quello di realizzarsi: non è questo il lavoro oggi?
Capisco che per persone senza strumenti il lavoro possa essere una fonte di sussistenza. Capisco che oggi possano essere in difficoltà di fronte alla chiusura dell’azienda nella quale lavorano da anni. Capisco che possano non vedere alternative se l’unico mestiere che svolgono da quando avevano 14 anni è quello dal quale sono stati licenziati. MA. Non posso pensare che tanti ventenni nemmeno ci provino, che sprechino l’istruzione che stanno ricevendo, che buttino al vento le competenze e l’entusiasmo dei 20 anni.
Non posso pensare che molti giovani senza lavoro passino le loro giornate ad aspettare che il telefono squilli – vi assicuro, ne conosco più d’uno – invece che investire su se stessi e cercare un modo, il proprio modo, per dimostrare chi sono al mondo.
Non posso pensare che, seppure nel complesso momento che viviamo ogni giorno, tanti giovani mettano il proprio futuro in mano agli altri, alla società, senza accorgersi – o forse se ne accorgono? – che così facendo non avranno più il controllo della propria vita.
Ragazzi, sveglia! Il vostro avvenire è una vostra responsabilità. La vostra felicità è una vostra scelta. Scegliete, abbiate coraggio, buttatevi, studiate, fatevi il culo per raggiungere i vostri sogni, anche se questo vuol dire rinunciare e cambiare vita.
Non esiste solo il vostro paesello, non esiste solo l’Italia, non esiste solo la busta paga. Fatevi avanti, osate, assorbite tutto il buono che c’è intorno a voi. E non datevi mai per vinti.
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