Come scegliere lo sport per i bimbi?

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Non ditemi che lo sport è superfluo. Neanche per sogno. Non lo è mai, né a 8 anni né a 35. Nè se sei un atleta né se non hai nessuna intenzione di metterti in gioco. Lo sport è una palestra che nessun altro aspetto della tua vita ti permetterà di frequentare. Non è mai troppo presto per cominciare a bazzicarla.

Lo sport è innanzitutto uno stato mentale, un mood che pervade la tua vita. Se lo fai una volta non puoi più farne a meno. Ma, ci sono molti ma, soprattutto quando si guarda la questione con gli occhi di una mamma.

Sulla carta, tutto figo. I bambini devono respirare sport, che ci vuole? Qui, nella vita vera, iniziano i casini. Innanzitutto c’è un problema di tempo e di logistica: io ho due figlie, voglio che abbiano percorsi sportivi diversi. Il che implica capire quali società offrono uno sport, incastrare due orari, spostarsi in città in modo efficace. Insomma, una missione da supereroe ogni volta.

Poi c’è una questione economica: le soluzioni comode ci sono, ma i prezzi sono inavvicinabili, soprattutto per alcuni sport (equitazione e scherma, per fare due esempi). E se poi mia figlia cambia idea dopo pochi mesi?

Arriviamo alla questione “scelta“. Come si sceglie lo sport? Come si capisce se un “voglio fare ginnastica artistica” è solo perché la migliore amica ha la cugina quindicenne campionessa italiana, che si fa fare lo chignon per le gare?

Io a 8 anni mi sono sorbita un anno di pallavolo solo per aver dato retta a Mila. Forse era amore per Shiro, che però sul campo non è mai comparso. E io lì a palleggiare annoiandomi mortalmente.

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Oppure ci sono i casi in cui i genitori, falliti atleti, decidono che il figlio debba diventare IL campione del mondo di tiro con l’arco. Peccato che il più delle volte il bambino in questione balli guardando il video di Billy Jean in loop dalle 2 alle 4 ore al giorno. Insomma, è così complicato scegliere lo sport per i nostri figli! Una volta iscritto il pargolo, si paga l’iscrizione oltre che l’abbonamento annuale o, se va bene, semestrale. Ah, già ci sono le lezioni di prova. In cui accade quello strano fenomeno per il quale se hai un figlio temerario, qualunque sport gli piace da impazzire (giusto per la lezione di prova) e se hai per le mani un bambino che si intimidisce non te lo scollerai dalla gamba per tutta l’ora, ripetendo che no, non ha nessuna intenzione di iniziare tennis, anche se potrebbe essere lo sport della sua vita. Quindi, finita la lezione di prova, sei punto e a capo.

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Io quest’anno ho trovato una soluzione intelligente e flessibile per lo sport delle mie figlie, ma soprattutto ho trovato il modo per far provare loro tantissimi sport: si chiama Sport Grand Tour (clicca qui per visitare il sito e scoprire l’offerta) e prevede che i bambini possano cambiare sport ogni due mesi, provando di fatto almeno 5 sport in un anno. Provare, testare, mixare: questi sono gli elementi che fanno sì che un bimbo possa iniziare ad amare lo sport. I costi rimangono contenuti perché, a fronte dell’iscrizione a Sport Grand Tour, le società sportive applicano un prezzo mensile fisso e mettono a disposizione dei bimbi le attrezzature sportive. L’iscrizione è una sola ed è valida per tutte le società. Insomma, un gran bel risparmio!

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Ci sono altri due aspetti fondamentali in Sport Grand Tour. Il primo è la collaborazione con il Centro di Medicina dello Sport FMSI di Torino (IMSTO), che offre la possibilità di fare insieme alle visite medico-sportive anche dei test motori per capire il grado di sviluppo fisico, il coordinamento e il controllo del corpo del bambino. Attraverso l’osservazione del comportamento, vengono forniti i consigli sugli sport più adatti per migliorare le capacità e sviluppare autostima, senso di appartenenza a un gruppo, agonismo. Insomma, vengono presi in considerazione sia gli aspetti fisici che le implicazioni psicologiche.

 

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Il secondo aspetto è che Sport Grand Tour permette, anche ai bambini che hanno già scelto uno sport in particolare, di continuare a esplorare gli altri sport. Mi ha colpita, parlando con Giulia Pettinau la fondatrice di Sport Grand Tour, scoprire che la maggior parte dei ragazzi che abbandona lo sport in età pre-adolescenziale e adolescenziale, lo fa con sport su cui è ultra-specializzato. Quindi, fare uno sport solo, concentrando tutti gli sforzi su quello, in modo agonistico, aumenta la probabilità che i ragazzi si disamorino dello sport proprio nel momento in cui potrebbero averne tanto giovamento.

Lo sport è un campo di sperimentazione, di test dei propri limiti e delle proprie capacità. È anche un’area, forse l’unica, di divertimento e scarico di stress e stanchezza. Lasciamo che sia un momento di gioco formativo.

 

Grazie a Sport Grand Tour che ci sta permettendo di provare sport e cambiare, tutte le volte che le bimbe lo desiderano!

 

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