Da oggi io vivo. Qui, ora.

Le luci d'artista a Torino, la magia di un momento
Le luci d’artista a Torino, la magia di un momento

Io non lo so se capita a tutti così, ma nella mia vita le situazioni impreviste e imprevedibili sono quelle che hanno determinato la mia strada.

Rifletto, pondero, rimugino, mi deprimo, mi esalto, sono proiettata verso il futuro anziché nel qui ed ora. Mi consumo, mi struggo, piango, credo nel profondo che tutto sia perduto. Oppure penso che la svolta sia vicina, mi perdo, con il sorriso ebete sulle labbra, a canticchiare canzoni e vivere nella mia mente ciò che di meraviglioso sta per accadermi. Quando poi magari qualcosa che si avvicina a questa meraviglia succede davvero, non è all’altezza dei miei sogni e mi delude. Ma forse sto già andando fuori tema.

Questo per dire che con gli elementi a mia disposizione creo scenari futuri sulla base dei quali faccio progetti e pianifico i successivi lustri della mia vita. Non posso farci niente, sono fatta così. Sono della categoria Bridget Jones, quelle che a vent’anni (anche prima a dire la verità) al primo bacio si immaginavano già con l’abito bianco a percorrere la navata, pur dicendo a tutti “non è niente di serio, vediamo come va”. Se chiedete al mio primo fidanzato – non fatelo, tremo solo all’idea – potrebbe dirvi che a 16 anni gli avevo fatto promettere che al compimento dei 23 anni mi avrebbe sposata e avremmo fatto “un Espace pieno di bambini”. Archiviate sotto “come far scappare un ragazzo in 12 secondi”.

Poi si cresce e si smussano gli angoli. Quell’inclinazione però rimane, come un marchio di fabbrica. Ma mille volte si schianta contro una realtà che cambia all’improvviso e io sono lì, nella neve, con le infradito ai piedi perché fino a un attimo prima stavo correndo sulla sabbia bollente.

“Scopa!” mi sento dire, ma in realtà sto giocando a scala 40. Chi ha cambiato gioco? Cosa mi sono persa?

Eccolo qui, il mio primo proposito per il 2017. Arriva dalla sofferenza, arriva dall’inaspettato, arriva dall’insegnamento di un’amica che da pochi giorni non c’è più e ha deciso di vivere gli ultimi anni che le rimanevano come se la malattia non ci fosse (Francesca Del Rosso, alias Wondy, se non la conoscete potete leggere i suoi libri).

Da oggi io vivo, rimanendo concentrata su quello che sto facendo in questo momento. Artù, il nostro piccolo gattino di cui vi racconterò, qui accoccolato sulla mia scrivania, le parole che scorrono veloci sullo schermo, il rumore del traffico in lontananza, la pioggia che cade e la tazzina di caffè da cui esce il fumo. La consapevolezza che questa casa mi stia abbracciando, ora. Il pensiero alle mie bimbe, al caldo, in classe. Altri pensieri che volano lontani e che scaldano. Qui, ora. Apro il mio cuore e sia quel che sia.

Avanti, 2017, adesso puoi arrivare.

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1 Comment

  1. Priscilla 20 Dic 2016 at 11:51

    Anche a me è capitata la stessa cosa: vivo sognando a occhi aperti, attraverso il presente come se fosse il corridoio che mi porta nella stanza bella, colorata e brillante del futuro. Ho come obiettivo la meta e così non mi godo il viaggio.
    Poi lo schianto (sia metaforico che reale) con il presente. E la dura scoperta che si sono persi attimi preziosi che non torneranno mai più. Il tunnel dei “se l’avessi fatto, se gliel’avessi detto, magari potessi farlo ora!”
    Al futuro guardo ancora, ma con occhi diversi. Le varie opzioni sono come tante finestre da cui mi piace sbirciare. Non so cosa succederà ma non voglio più perdere il mio tempo tra struggimenti e rimpianti per il passato e aspettative e ansie per il futuro. Voglio stare qui e vivere ogni giorno con leggerezza e ironia e mi fa piacere aver trovato un’altra persona che la pensa così, soprattutto in seguito ad un evento luttuoso. Scusa se mi permetto, ma sono sicura che la tua amica ti darebbe una pacca sulla spalla, perché da quello che ho letto di lei anche su altri blog ha lasciato questo come insegnamento a tutte voi. Grazie per averlo voluto condividere anche con chi non ha avuto l’opportunità di conoscere Wondy di persona.

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