Oasi Zegna: la montagna per famiglie

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Pensiamo sempre di doverci allontanare molto dalle città per trovare natura, sport, divertimenti e montagne incontaminate. Ci sbagliamo: a circa un’ora da Torino e da Milano c’è l’Oasi Zegna, un’area montana perfetta per trascorrere qualche giorno con i bambini. Ci siamo stati la mia famiglia ed io, in un weekend di fine estate, e la parola chiave di quelle ore è stata “montagna semplice”.

L’Oasi Zegna è semplice perché:

  • è facile da raggiungere
  • è un tipo di montagna dolce, con un’estensione di 100 chilometri quadrati
  • offre percorsi, sentieri e sport accessibili e adatti per i bambini
  • permette di fare esperienze naturalistiche, laboratori adatti ai bimbi, assaggiare squisitezze del territorio, praticare sport d’estate e d’inverno e provare un po’ di adrenalina.

L’Oasi Zegna nasce per volontà di Ermenegildo Zegna, che negli anni Trenta fa partire un progetto di recupero ambientale delle “sue” montagne. Nel 1993 nasce l’Oasi Zegna, parco naturale ad accesso libero.

Oasi Zegna: Diario di viaggio

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Siamo partiti da Torino alle 9 di un soleggiato sabato, con uno zaino con una felpa a testa, acqua e uno spuntino per le bimbe. Alle 10 eravamo a Biella, pronti a proseguire in direzione di Bielmonte e dell’Oasi Zegna. Dopo aver percorso una stradina di montagna molto panoramica e romantica, che attraversa paesini dall’aspetto “vero” e rustico, siamo arrivati a Bielmonte, fulcro della nostra giornata. Abbiamo iniziato il nostro avvicinamento alla montagna percorrendo un sentiero, ben indicato, che ci ha condotti alla Zegna Baby Forest: un’area in cui viene piantumato un nuovo albero ogni nuovo nato dai 7mila dipendenti del Gruppo. È stata l’occasione per mostrare alle bambine le diverse fasi di crescita degli alberi e per ammirare un panorama mozzafiato sulla Pianura Padana.

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Una volta fatto ritorno all’auto, abbiamo percorso un paio di chilometri per andare a scoprire una meraviglia a misura di bambino: Il Bosco del Sorriso. È un sentiero che conduce a contatto con diversi alberi che sono indispensabili per il nostro benessere e per l’equilibrio psico-fisico: betulle, faggi, abeti rossi, larici e abeti bianchi, in un percorso studiato dai naturopati. La magia del luogo è grande, anche perché qua e là ci sono enormi libri di legno su cui si possono leggere fiabe.

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Dopo queste belle passeggiate, l’appetito iniziava a farsi sentire e così siamo tornati nel paese di Bielmonte, abbiamo parcheggiato comodamente nell’ampio parcheggio (ho detto che è tutto semplice, no?) e ci siamo diretti verso la seggiovia monoposto. Qui è iniziata una bella avventura e ho capito ancora una volta che i limiti che sono nella nostra testa possono toglierci la possibilità di provare le novità e trascorrere momenti indimenticabili (quei ricordi che tra 15 anni saranno preziose gemme nel nostro cuore) con i nostri bambini. Per farla breve, ci siamo chiesti se fosse il caso di far salire le bimbe sulla seggiovia monoposto che ci avrebbe condotti al Rifugio Monte Marca. E abbiamo fatto bene a superare gli indugi e buttarci: Sofia in braccio a me e Cecilia in braccio al papà, credo che le nostre risate siano risuonate per tutta la vallata (ecco, mi commuovo a ricordarlo).

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Arrivati al Rifugio Monte Marca, ci siamo trovati in un ambiente accogliente, familiare e curato in ogni dettaglio, bello per usare una parola banale. Popolato da moltissimi bimbi, è uno spazio a misura di bambini, con giochi da tavola e menù dedicato. Le mie figlie hanno assaggiato delle lasagne che avevano un magnifico aspetto, cotoletta e patate al forno.

Per noi adulti è stata l’occasione per assaggiare le specialità della valle, dalla polenta concia alle zucchine in carpione. Tutto accompagnato dalla mia birra preferita, la piemontesissima Menabrea (orgoglio campanilistico).

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Per scendere a Bielmonte dopo la sosta, un po’ di adrenalina era ciò che ci voleva. Eccoci dunque pronti a salire sul Rolba Run, la pista di bob estivo su cui provare l’ebbrezza della velocità in sicurezza. Se chiedete alle mie figlie cosa rifarebbero subito di quella giornata, vi risponderanno di sicuro “il bob e i laboratori”.

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Già, perché poi siamo scesi a valle, e ci siamo fermati a Casa Zegna, a Trivero, per un laboratorio creativo per i bambini.

Diciamolo senza mezzi termini: ormai ovunque ci sono offerte di laboratori per i piccoli, ma di così curati e studiati in modo intelligente ne ho visti davvero pochi. Il calendario di laboratori è denso e conta proposte anche fuori dagli schemi, come una serie di incontri strutturati secondo il metodo Montessori. Mentre le bimbe costruivano il loro percorso tridimensionale per la biglia, io ho avuto modo di visitare la mostra dedicata alle colonie estive Zegna e parlare con una affettuosa e raffinatissima esponente della famiglia Zegna con cui mi sono confrontata sugli stimoli da offrire ai bambini.

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Le brillavano gli occhi mentre mi diceva che l’obiettivo della Fondazione Zegna è quello di offrire ai bimbi esperienze formative piacevoli e al tempo stesso preziose per il loro percorso di crescita. Obiettivo centrato!

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Con malinconia abbiamo salutato le persone con cui abbiamo trascorso la giornata e siamo tornati a casa. Ho subito cucinato un succulento risotto con il carnaroli che ho acquistato andando verso l’autostrada, accompagnato dalla toma comprata a Trivero. Come si può visitare una zona senza portarsi a casa un souvenir gastronomico?

 

 

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