Le mamme stanno in Rete? E cosa cercano dal web? Come la Rete le può aiutare? E i papà dove sono?
Già, sono molti gli interrogativi di chi non conosce il mondo delle mamme blogger. Ma anche chi ne è all’interno non sempre ha la situazione così chiara in mente.
Mi sono resa conto che gli stereotipi sono moltissimi, che i luoghi comuni su chi fa web non sono ancora molti e che molti giornalisti non hanno la più pallida idea di chi sia un blogger e cosa faccia.
Così, lunedì scorso, nell’ambito della Social Media Week di Torino si è tenuto il panel Social Mom, promosso da P&G, a cui ho preso parte. Tutti i dettagli qui.
Durante le due ore a nostra disposizione, abbiamo affrontato il web come risorsa da due angolazioni: la ricerca di informazioni e consigli da un lato e internet come strumento per cambiare lavoro e vita dall’altro.
Mi sono accorta di quanta strada sia stata fatta fino ad ora e di come la nostra scelta fosse impensabile anche solo 15 anni fa. La Rete si evolve molto rapidamente permettendo di “fare il salto” a molte persone.
Quello che più mi preoccupa, però, è la sensazione che per molti sia un ripiego, un fuggire da un mondo del lavoro poco mamma-friendly. Essere freelance è faticoso, portare avanti un’attività in proprio richiede fatica, preparazione e spirito di adattamento. E’ ciò che ho risposto ad alcune domande dal pubblico ed è ciò che voglio far capire anche grazie alle testimonianze delle mie mamme imprenditrici.
Ecco il video dell’evento:
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A mio parere essere blogger può essere un hobby, un modo per comunicare con gli altri liberamente secondo il tempo e la disposizione mentale oppure essere una professione a fini di reddito e allora, se diventa tale implica impegno, spese, molto tempo senza sottrarlo agli equilibri famigliari e quindi va valutato in quale misura il rapporto costi/benefici (economici non soltanto soddisfazioni personali e carezze all’ego) sia positivo.
Apparentemente tu hai la fortuna di avere un rapporto c/b positivo, sei in gamba.