La famiglia della pubblicità: interno giorno, una moglie, un marito, due bei bambini, tutti felici. Se mi guardo intorno, quante famiglie così conosco? Forse nessuna, forse qualcuna, sicuramente un’esigua minoranza.
Coppie sposate, di fatto, aperte, omosessuali, separate, di convenienza…
Come i fiocchi di neve, nessun rapporto è uguale a un altro.
La Legge, invece, è uguale per tutti.
Può uno stesso strumento adattarsi in modo efficace a condizioni completamente diverse? Un amore è più libero se non codificato nel Diritto? Non è sempre stato ancor più limitato, se assoggettato ad altri dettami come il controllo sociale, religioso, economico…?
Deve il Diritto indirizzare i comportamenti anche quando si parla di sentimenti, oppure deve adattarsi ai mutamenti sociali? È un adattamento o una deriva dei costumi che va arginata?
L’evoluzione del “Diritto d’amore” è inscindibilmente legata ai cambiamenti della condizione femminile, ma non solo. Come dice Massimiliano scrivendo di padri separati, viviamo in un’epoca in cui le donne cercano pari opportunità e diritti fuori casa, gli uomini chiedono lo stesso trattamento per quanto riguarda il rapporto con i figli.
Quante volte assistiamo ad applicazioni della Legge che ci sembrano ingiuste, che penalizzano i padri o non danno sufficienti garanzie alle madri, che attribuiscono doveri alle coppie di fatto senza riconoscerne i corrispondenti diritti, che escludono dalle possibili unioni coppie che si amano. C’è un limite insuperabile del Diritto?
Ho trovato molti spunti di riflessione e qualche risposta in un libro:
“Diritto d’amore” di Stefano Rodotà, ed. Laterza.
Se sei a Torino, puoi trovare questo libro alla libreria Il Ponte Sulla Dora, in Via Pisa 46. Altrimenti:
Sono compatibili, sono pronunciabili insieme, le parole diritto e amore? O appartengono a logiche conflittuali, tanto che l'una e l'altra cercano reciprocamente di sopraffarsi?
E’ un trattato semplice, brillante ed arguto, che percorre l’evoluzione del Diritto di famiglia ed analizza il ruolo sempre mutevole del Diritto nei rapporti amorosi e dell’amore nel Diritto. Rileva un’attenzione crescente alla realizzazione dell’individuo, ma anche al concetto di coppia (e non più solo di famiglia), trainata dalla forza della realtà:
“via via che il “fatto” sfidava il “diritto”, ne mostrava i limiti, l’incapacità di cogliere la vita delle persone.” (cit.)
In un excursus storico leggiamo di come sia cambiata l’ottica con cui si guarda alla società: basata in passato sull’unità fondamentale costituita dalla famiglia, vedeva nella disparità dei coniugi una garanzia di stabilità (soprattutto per la dipendenza della moglie dal marito) e rifiutava le unioni omosessuali come “contro natura”, in quanto incapaci naturalmente di generare una famiglia.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia in tempi recenti per non aver assicurato un riconoscimento giuridico ai diritti coppie formate da persone dello stesso sesso. Ancora molta strada è da percorrere in questo senso, per garantire non il diritto a sposarsi, come banalmente viene detto, bensì il diritto alla libertà di scelta e all’autodeterminazione, da cui dipendono dignità sociale, identità e la vita stessa delle persone.
“L’amore vuol farsi diritto non per mutare la sua natura,
ma per dotarsi di un mezzo che gli consenta di realizzare una sua pienezza.” (cit.)
Compito del Diritto non è stabilire i confini in cui l’amore può muoversi, bensì eliminare gli ostacoli al suo reale compimento. Per tutti, senza distinzioni.
Da leggere se:
- Ti fai tante domande e vuoi comprendere meglio la realtà che ti circonda
- Hai un po’ paura dei saggi ma vorresti provare ad avvicinarli senza soffrire
- Ti interessa il dibattito sui diritti civili
- Non capisci perché sia necessario un dibattito sui diritti civili