La primavera arriverà…

la primavera arriverà

A volte ho la sensazione che uno strato di gelo sia tutto intorno a me (sì, come la pubblicità della banca). È uno stato d’animo così lontano dal mio modo rosso di vedere il mondo e “sentire” sotto la pelle tutto quello che vivo da farmi pensare di essere stata catapultata nella vita di un’altra.

Vedo persone agitarsi, muoversi, ridere, parlarmi e allungare la mano per farmi una carezza. Le vedo ma non le sento, non solo con l’udito ma anche con il tatto. È come se il freddo mi avesse anestetizzata. La mia pelle, in apparenza rosea, è un foglio bianco, su cui è impossibile scrivere. È una superficie repellente, che non assorbe e non ricorda. È impossibile da scaldare e raffredda anche quello che le si avvicina. È respingente.

Mi sono trasformata in Elsa, la regina dei ghiacci? Io, che mi sento rappresentata da Rapunzel e dal suo entusiasmo infantile e contagioso, sono diventata algida e distante? Non mi è possibile neanche capire come sia avvenuta questa trasformazione. Eppure…

Non è la prima volta che mi capita. In genere la glaciazione avviene dopo grandi sconvolgimenti, è un modo per proteggere la Vita sul pianeta. All’improvviso niente mi com-muove, niente mi fa disperare o bruciare di passione o rabbia, niente tocca le corde più profonde della mia anima.

Intorpidita dal freddo, mi godo lo spettacolo (“la vita fa schifo, il panorama è bellissimo” cit. Fedez) che mi circonda. E aspetto che la primavera arrivi. Non vedo l’ora di togliermi le scarpe e saltellare sull’erba tenera e umida, di essere di nuovo travolta e sconvolta dalla Vita, quella che mi ha posto le questioni più profonde nel momento in cui meno me lo aspettavo, che mi ha sorpreso con situazioni e persone che non solo mi hanno sfiorata, ma sono entrate sotto la mia pelle. Aspetto la primavera. E nel frattempo accendo il phon, che magari aiuta.

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