Gravidanza: la tecnica metamorfica

Come sapete, da qualche tempo mi sono avvicinata alle discipline olistiche grazie al reiki e ho scoperto un mondo fatto di energia che fluisce, di luce e di cambiamento.

Pensavo che questo mondo fosse distante da chi come me vive in modo fattivo e concreto, credevo che si trattasse di un ambito per persone un po’ sciroccate. Invece la mia vita è migliorata, è cambiato il mio stare nel mondo con consapevolezza e attenzione al momento. Meno ansia e più cura del presente.

È per questo che voglio parlarvi di una tecnica che, se avessi conosciuto durante la gravidanza, avrei fatto provare alle mie bambine. Si tratta della tecnica metamorfica.

Che cos’è la tecnica metamorfica?

La tecnica metamorfica è un massaggio in grado di sciogliere traumi e blocchi limitanti che si sviluppano nella fase che va dal momento del concepimento fino alla formazione del feto durante il periodo della gestazione.

È uno strumento semplice che ci consente di abbandonare un senso di limitazione per entrare in contatto con il nostro potenziale più autentico, prendendo in considerazione il periodo formativo dell’essere umano, dal suo concepimento fino alla nascita, istante in cui si impianta il potenziale della vita umana. Nell’arco della vita intrauterina, possiamo essere soggetti a tensioni emozionali, psicologiche e fisiche vissute dalla madre e dal padre, che si depositano e si fissano nei riflessi spinali, divenendo in tal modo possibili freni delle espressioni della nostra personalità. Analoga influenza nella formazione del nuovo essere hanno gli aspetti ambientali, sociali e culturali in cui si compie la gravidanza. 

La tecnica metamorfica attiva una vera e propria “metamorfosi” trasformando schemi energetici che ostacolano la vera natura dell’essere umano, in modo dolce e non invasivo. L’ingrediente fondamentale in questo lavoro è l’intenzione da parte di chi riceve il trattamento a voler portare un cambiamento positivo nella propria vita e creare nuovi schemi potenzianti. 
 

Come si esegue la pratica?


Con un tocco dolce e leggero, come il battito di ali di una farfalla, su piedi, mani e testa che sono la corrispondenza riflessa della colonna vertebrale dove scorre “l’essenza vitale primaria” dell’individuo, legata al periodo prenatale. La semplicità di questa tecnica porta con sé un lavoro molto profondo, andando a riequilibrare il rapporto tra movimento, azione e pensiero. Le sedute possono essere facilmente integrate nella vita quotidiana, in base alle proprie preferenze e ai propri bisogni personali. Il praticante agisce come catalizzatore per la forza vitale della persona, il vero processo di trasformazione (“metamorfosi”) viene attivato dall’intelligenza innata insita nel ricevente.
 
La Tecnica Metamorfica non è una terapia e non deve essere usata come sostitutivo di cure mediche o farmacologiche, ma è un lavoro che aiuta a dare un impulso alla forza vitale interiore e rende capace di realizzare al meglio il proprio potenziale. 

Storia della tecnica metamorfica

La pratica Metamorfica ha origine verso la fine degli anni ‘50, grazie alle intuizioni di Robert St. John, naturopata e riflessologo inglese. Questo tipo di massaggio si basa sul fatto che nel riflesso della spina dorsale nel piede si iscrive la gestazione dell’essere umano ovvero il periodo prenatale, quel tempo in cui si sviluppa il corpo fisico e si pongono le basi per i vari aspetti che compongono l’uomo: quello mentale, emotivo, spirituale e le caratteristiche psicologiche, del carattere e del comportamento.
Gaston Saint-Pierre, che studiò assiduamente con Robert St.John negli anni ’70, si applicò in un’analisi ancora più approfondita e creò l’espressione “Tecnica Metamorfica” per evidenziare la nuova direzione che il lavoro stava prendendo. Ne ampliò la visione attraverso lo studio e la ricerca sui “Principi Universali” di cui attualmente è l’unico divulgatore.
In Italia la tecnica fu fatta conoscere da Clara Erede, collaboratrice e allieva di St. John che organizzò corsi e tenne seminari specifici a partire dall’inizio degli anni ’80.

Come funziona il massaggio metamorfico?

Per definire questa tecnica di massaggio si parla di metamorfosi perché il processo è identico a quanto avviene in natura, a partire dalla trasformazione del bruco in farfalla, della ghianda in quercia, dell’ovulo unito allo spermatozoo in essere umano.
Il massaggiatore ha in questo caso la funzione di catalizzatore e agisce come entità presente, ma distaccata, e la forza vitale del ricevente si muove nella direzione giusta, guidata dalle cellule del corpo.
Il lavoro del massaggiatore consiste quindi esclusivamente nel leggero sfioramento con tocchi verso l’alto e verso il basso sul riflesso della colonna vertebrale nel piede, ma anche sulle mani e sulla testa toccando quindi le tre parti estreme del corpo in cui hanno sede le funzioni primarie dell’uomo: movimento, azione e pensiero.
Il massaggio dura circa un’ora ed è consigliabile farlo una volta alla settimana oppure ogni due settimane, limitandolo a 10 minuti per volta nel caso si tratti di bambini.

Come per ogni massaggio i risultati non sono prevedibili, anche se l’esperienza di anni ha dimostrato come effettivamente qualcosa nella persona cambi, a livello conscio o inconscio: si va dalla guarigione inaspettata a un cambiamento dell’atteggiamento mentale, oppure degli aspetti più esteriori della persona che magari riguardano le sue scelte di vita o l’ambiente in cui vive. Un massaggio metamorfico aumenta inoltre la capacità decisionale del ricevente.

Come agisce la tecnica metamorfica?

La psicoterapia ha ormai confermato come durante i nove mesi di gravidanza si programmi la matrice emozionale, affettiva ed epigenetica del feto. Una serie di caratteristiche che lo condizioneranno  per tutta l’esistenza successiva influendo sulla qualità della relazione con il mondo ma soprattutto con se stesso.

Il blocco del flusso vitale nasce poi dall’abuso di abitudini di vita negative quali l’assunzione di alcool e droghe, il fumo, gli eccessi nel bere e nel mangiare. Nel bambino blocchi simili nascono da una gravidanza indesiderata o a rischio, oppure dai primi mesi trascorsi in un ambiente poco accogliente o addirittura ostile.
Infine lo stesso parto rappresenta un trauma superiore alla morte, anche se regolare e privo di complicazione, per la rapida trasformazione dell’ambiente in cui si trova il neonato: da un ovattato strato intra-uterino a una realtà certamente meno ospitale.

A chi si rivolge il massaggio metamorfico?

Questa tecnica si è rivelata negli anni adatta davvero a tutti, in quanto la forza e il potere guaritori risiedono nella energia vitale del ricevente che possiede dalla nascita intelligenza innata e capacità di rigenerarsi.
Oggi il massaggio metamorfico aiuta in modo particolare bambini, persone con handicap e donne in gravidanza ma ben si presta ad essere impiegato per tutte quelle persone che hanno blocchi inconsci, non sanno cosa vogliono e desiderano, si trovano in una fase di incertezza.
Questi nodi impediscono all’individuo di sviluppare la personalità e hanno un’influenza negativa sulle dinamiche di vita quotidiana. Ecco perché la tecnica è adatta a tutti coloro che stanno attraversando momenti difficili o cambiamenti nella loro vita, dalla perdita del lavoro al trasferimento, da una separazione alla malattia.
Tutte situazioni che rischiano di portare, se non risolte, allo sviluppo di malattie fisiche, stress, disturbi comportamentale o dell’equilibrio psichico ed emotivo.

Il 24 e 25 ottobre presso il centro olistico Harmoniai si svolgerà un seminario esperienziale dedicato interamente alla tecnica metamorfica, osservata e sperimentata in tutto il suo potenziale.
Da non perdere. Posti limitati e prenotazione obbligatoria.

Il 24 e 25 ottobre presso il centro olistico Harmoniai si svolgerà un seminario esperienziale dedicato interamente alla tecnica metamorfica, osservata e sperimentata in tutto il suo potenziale.
Da non perdere. Posti limitati e prenotazione obbligatoria.

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