Oggi mia figlia, quasi seienne, è partita per un viaggio d’istruzione di 5 giorni. Tornerà venerdì e io so già, per aver vissuto con lei e la sorella altre gite scolastiche, che scenderà da quell’autobus cambiata, cresciuta e rafforzata.
L’autostima, in un bambino che capisce di poter stare lontano da mamma e papà per 5 giorni, subisce un’impennata. Senza contare cosa capita all’acquisizione di autonomia. Ma come affronto io, da mamma, la lontananza da una bimba così piccola?
Ieri sera ho pianto. Non era il dispiacere di non poterla vivere per alcuni giorni a farmi commuovere, ma l’orgoglio di vederla determinata ad affrontare questa nuova, esaltante, sfida anche se consapevole che sarebbe stato un periodo complesso. Consapevole della sua forza e della sua capacità di stare senza mamma e papà per questi 5 giorni. Mi sono commossa perché improvvisamente ho avuto la sensazione che tutto sia giusto, che il nostro obiettivo di crescere figlie libere e cazzute sia raggiungibile, perseverando in questa direzione. Insomma, per un momento ho pensato che stiamo facendo un buon lavoro. E mi sono commossa per noi, per lei, per le nostre vite.
Tornando al punto dell’articolo, le mie bimbe ed io abbiamo un modo per affrontare i momenti di lontananza (gite scolastiche, trasferte di lavoro, vacanze con i nonni, ecc…), ed è un metodo che ho “copiato” da Machedavvero. La sera prima della partenza – e durante i momenti di difficoltà che capitano quando non siamo insieme – ripeto alle mie figlie che anche se lontane noi siamo sempre vicine perché ognuna di noi ha nel cuore l’altra (ne ho già parlato qui). Sapere che la mamma ti pensa anche quando non ci sei, così come sapere di essere nel cuore di tua figlia, ti fa affrontare con maggiore serentità le giornate senza l’altra. La certezza incrollabile di essere amata da un altro essere umano, sempre, comunque e ovunque, è una forza che mi rende un supereroe, è la vera potenza nascosta di noi mamme.
Credo che la certezza del nostro legame sarà una enorme risorsa per le nostre vite e oltre. Che cos’è la mamma, se non amore sconfinato e presenza costante? La presenza fisica può venire meno per mille ragioni ma la presenza dell’amore rimane, per sempre. Voglio pensare che questo grandissimo dono che è l’amore reciproco sarà più forte perfino della morte. Voglio pensare che sarà il mio “marchio di fabbrica” per tutta la loro vita.
Il distacco va preparato, con settimane di anticipo, con coccole e tante parole, per essere digerito dai bambini. Ma prima di tutto noi genitori dobbiamo essere convinti di ciò che stiamo per fare: se non sono convinta che la scelta presa sia il meglio per noi, non posso riuscire a trasmettere alle mie figlie l’entusiasmo necessario per fare quel passo. Se penso che le gite scolastiche di 5 giorni all’asilo siano esagerate non posso affontare con la giusta grinta quei 5 giorni né soprattutto la preparazione per quei giorni. La determinazione di sapere che sto contribuendo a rendere mia figlia più sicura di sé e delle sue possibilità, più forte e più libera è il migliore degli stimoli. Uno scopo è tanto più incoraggiante tanto più è di spessore. E cosa c’è di più importante, nella vita di un genitore, del fine ultimo dell’educazione dei propri figli?
Dunque, Cecilia, vai, conquista il mondo con il tuo smisurato carisma, sapendo che io sono sempre lì, in quell’angolino del tuo cuore!
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