Il 26 giugno, oggi, è la Giornata Mondiale contro la Droga: un’iniziativa dell’Assemblea Generale dell’ONU che dal 1987 la celebra con l’obiettivo di creare una comunità internazionale libera dalle droghe.
Già, perché questa piaga fa vittime in tutte le fasi di commercio e in tutto il mondo. Di primo acchito noi pensiamo ai tossicodipendenti, vite spezzate da una dipendenza che piano piano si porta via tutto, trasformando una persona in un fantasma.
Ma non solo: nel girone infernale della droga finiscono anche molte persone, a volte bambini, che vengono coinvolti nel narcotraffico. Si tratta di un affare da miliardi di dollari l’anno che non ha regole se non quelle del guadagno sfrenato e senza limiti di pochi ai danni dei più deboli.
La situazione del Messico, che dagli anni Novanta ha il primato dell’esportazione di droga – che prima era della Colombia -, negli ultimi anni è precipitata e la guerra tra i “cartelli” ha fatto, secondo le stime del governo messicano, più di 70.000 morti e 26.000 persone scomparse dal 2006 ad oggi.
In particolare nella zona della Sierra Tarahumara i narcotrafficanti hanno trovato un’area felice per i loro traffici. I canyon e le montagne di cui è composta sono perfetti per nascondere gli illeciti. La regione è abitata dagli indigeni Raràmuri, una popolazione poverissima e dimenticata dal governo che è diventata negli ultimi anni vittima dei narcos: quando non si vedono vie d’uscita alla fame l’unica prospettiva è data dalla violenza e per i giovani l’esempio da seguire diventa l’illegalità, in una situazione in cui si è gli ultimi. I bambini crescono vedendo soprusi, violenza e droga coltivata nelle loro terre. Il ricatto e lo sfruttamento ai danni di questa popolazione sono praticati con regolarità e con ferocia.
La Fondazione Fratelli Dimenticati per il Messico si sta impegnando ad offrire ai bambini una chance: la scuola. Nei centri che sono stati aperti in numerosi villaggi della zona i bambini ricevono un’istruzione e trovano un luogo accogliente e tranquillo in cui stare. Gli insegnanti cercano di trasmettere loro dei valori positivi, educandoli al rispetto, all’amore, alla cooperazione, in modo che possano capire che una vita nel narcotraffico non è l’unica strada possibile.
E’ possibile sostenere i progetti di prevenzione e reinserimento anche con una piccola donazione nell’ambito del sostegno a distanza.
Questo post è offerto dalla Fondazione Fratelli Dimenticati.
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