Fertilityday: di cosa ha bisogno una donna

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Non sono un utero. E soprattutto la mia fertilità non è un bene comune. Cazzo, fare figli è una scelta mia, della persona con cui sto e di nessun altro.

Non ho bisogno di pressioni sociali ulteriori, che rimarchino che solo diventando madre – possibilimente da giovane… – avrò la realizzazione della mia missione su questa Terra.

Non ho bisogno di manifesti pubblicitari, né un #fertilityday (il 22 settembre prossimo) per scegliere di diventare madre.

Ho bisogno di uno Stato che mi offra servizi, sgravi, supporti.

Ho bisogno di un’azienda che non mi faccia firmare dimissioni in bianco in quanto donna in età fertile.

Ho bisogno di uno stipendio alla pari dei miei colleghi uomini.

Ho bisogno di un supporto psicologico quando un medico mi dice che i figli che desidero non li potrò mai avere.

Ho bisogno di poter scegliere ciò che desidero fare con il MIO utero.

Ho bisogno di poter decidere se avere figli anche se la mia compagna è donna.

Ho bisogno di crescere le mie figlie in un Paese in cui possano diventare ciò che desiderano (forse anche madri, ma non è detto) senza che nessuno le faccia sentire inadeguate per le scelte che compiono.

Ho bisogno di una scuola in cui vengano regalati preservativi e spiegato come nascono i bambini. Perché sì, le ragazze rimangono incinta perché i giovanissimi fanno l’amore – o scopano, pare vada più di moda – con il coito interrotto come metodo contraccettivo.

Ho bisogno di asili nidi a cui iscrivere i bambini, senza dovermi togliere lo stipendio per pagare una retta.

Ho bisogno di serenità nelle scelte che faccio.

Non ho bisogno di una campagna pubblicitaria che mi dica che valgo solo in quanto mamma.

 

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