La villocentesi è un test diagnostico prenatale che viene eseguito tra l’undicesima e la tredicesima settimana di gravidanza.
Comporta il prelievo di un piccolo campione di tessuto dalla placenta. I cromosomi delle cellule della placenta sono infatti uguali a quelli del feto.
Chi si sottopone alla villocentesi?
La villocentesi viene fatta per escludere la possibilità che il bambino sia affetto dalla sindrome di Down, ma anche nel caso in cui si sospettino altri specifici disordini genetici – tra cui l’anemia a cellule falciformi o la talassemia major. Spesso viene preferita all’amniocentesi perché si può praticare prima della dodicesima settimana, in epoca più precoce rispetto a quest’ultima.
Come viene eseguita la villocentesi?
Il medico fa un’ecografia per stabilire la posizione del bambino e della placenta prima di eseguire l’esame. Viene usato un anestetico locale, iniettato nella parete addominale. Viene inserito un ago, che aspira le cellule della placenta. All’altra estremità dell’ago viene posta una siringa con liquido di coltura. Il tessuto estratto è tessuto placentare vivo, quindi i tempi di coltura e analisi sono molto più brevi rispetto a quelli dell’amniocentesi. Il risultato viene consegnato entro 10 giorni.
Quali sono i rischi?
Il rischio di aborto è dell’1%, maggiore a quello dell’amniocentesi anche perché l’esame viene eseguito in un periodo precedente, in cui il rischio d’interruzione della gravidanza è più alto.
Quanto costa la villocentesi?
La villocentesi costa da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.500 euro se eseguita in un centro diagnostico privato. È gratuita, presso le ASL, per le donne che rientrano in una categoria di rischio.
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