Compiti a casa: croce o delizia?

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Sarò onesta con voi: non so se e quanto sopravviverò alla scuola delle mie figlie. Sofia sta per iniziare la seconda elementare e se penso che quest’estate è stata solo la prima di ennemila vacanze passate a ripetere la litania

“fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-fai-i-compiti-”

non so se resisterò a lungo. Moltiplicate per due figlie e immaginerete il mio stato d’animo (se avete due figli, mi capite senza bisogno di immaginare).

Di sicuro il fatto che a Sofia non piaccia andare a scuola e stia testando le sue competenze adolescenziali rispondendo “mi fa schifo” a chiunque nomini la scuola non aiuta. Come al solito mi ero fatta un viaggio che nella realtà dei fatti non esiste, prima che iniziasse la scuola primaria. Mi vedevo Sofia diligente e attenta, interessata e felice di apprendere. E invece non avevo fatto i conti con l’imprevedibilità di mia figlia, che ha rifiutato da subito la novità. In modo categorico e definitivo. Che fatica! Per tutto l’anno scolastico passato ho cercato di creare situazioni piacevoli che le rendessero più gradevole l’esperienza, ho parlato con le maestre, ho smosso mari e monti.

Poi mi sono arresa. Ho smesso di insistere, di chiedere e di prestare tutta quell’attenzione e riversare tutta quell’ansia su di lei e le sue esternazioni. Ora stiamo aspettando di ricominciare, con la seconda, il nostro personale purgatorio fatto di piagnucolii mattutini, frasi acide all’uscita da scuola e domande trabocchetto: “Domani che giorno è?” Qualunque risposta sarà usata contro di me, già lo so. Rispondo con un laconico “Venerdì” e la scolaretta, invece che esultare, si dispera “Nooooo, ancora un giornooo, perché è capitato proprio a meeee?”.

Per la seconda elementare però parto preparata e mi sono corazzata, cercando di spiazzare mia figlia con novità che potessero renderle l’inizio più interessante, i compiti più piacevoli e le settimane più lievi. Ecco dunque il mio piano d’attacco:

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  1. Ho predisposto la sua postazione per i compiti proprio accanto a me, sulla scrivania del mio studio. Spero così che avere un posto fisso le faccia sentire che sta facendo un “lavoro” che in famiglia viene riconosciuto come grande e serio. Ha la sua sedia da ufficio, può lasciare i libri, ha la lampada da tavolo Philips che illumina con luce bianca il piano di lavoro, non teme eventuali cadute ed è decorata con le principesse Disney. Ve l’ho detto, qui si fa sul serio.
  2. Ho pianificato incontri con le sue amiche, invitando a casa bambine già nei giorni prima dell’inizio. Credo così che il primo giorno sarà più rilassante, meno carico di aspettative.
  3. Ho aspettato a iscriverla ad atletica. Voglio che sia lei a decidere come trascorrere il tempo che le resta una volta finita la scuola e fatti i compiti. Se desidera provare altri sport ben venga, se preferisce continuare con l’atletica va altrettanto bene.

Insomma, spero che quest’anno, complici le piccole astuzie che ho messo in atto e il fatto che Sofia viene da un anno in cui ha imparato a stare seduta e si è adattata ai ritmi nuovi, le cose vadano meglio. Anzi, mi auguro che capisca che andare a scuola è un gran privilegio, una figata sotto molti aspetti. Chiedo troppo?

 

Questo post è offerto da Philips. Le lampade per bambini hanno per protagonisti i personaggi Disney più amati dai bimbi: oltre alle principesse, ci sono i supereroi Marvel, Cars, Planes, Topolino e chi più ne ha più ne metta.

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1 Comment

  1. Marina 7 Set 2015 at 14:45

    idem… stessa situazione. Anch’io sto pensando a invitare alcuni compagni o compagne di scuola per fare i compiti. Sempre che l’incontro per i compiti non si trasformi in un party 🙂

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