Mamme imprenditrici: Chiara Gori

La nostra scoperta del mondo delle mamme imprenditrici questa settimana varca la soglia del Web e ci racconta la storia di Chiara Gori, guida turistica, che in seguito alla maternità ha cambiato lavoro e si è messa in proprio.

Il percorso che Chiara ci descrive con semplicità e trasparenza, ci dimostra che è necessario anche qualche sacrificio per raggiungere i propri obiettivi.
Ma facciamoci raccontare meglio da lei!

Quanto sei cambiata dopo la nascita dei tuoi figli?

Diciamo che alla base sono sempre rimasta la stessa. L’arrivo a ruota di Lorenzo e Leone ha fatto esplodere ‘l’essenza della Chiara’, nei pregi e nei difetti. Prima ero sempre io ma nella versione light. Soprattutto ho scoperto delle risorse di me che ignoravo del tutto: niente ansia e una buona resistenza fisica! E poi metodo, costanza, pazienza (anche se su queste tre cose sto ancora lavorando), che sono diventate il mio mantra nella vita di tutti i giorni, non solo con i figli.

Che lavoro facevi prima di diventare guida turistica?

Lavoravo nell’impresa di mio marito (ha un resort in Toscana), un lavoro che può essere molto gratificante ma altrettanto impegnativo perché richiede la tua completa disponibilità, senza limiti di orario. Ma è stata un’esperienza formativa fondamentale che mi ha dato una preparazione completa riguardo il settore turistico in ogni sua sfaccettatura.
La mia vocazione è sempre stata quella dell’insegnamento ma sappiamo tutti che in Italia pensare di entrare nella scuola è un’utopia.
Poi l’idea. Propongo ad una mia cara amica (storica dell’arte come me) di mettere su una compagnia di guide turistiche, specializzate in percorsi didattici e per famiglie: in questa professione si conciliano la nostra passione, la possibilità di crescere i nostri figli e la possibilità di un guadagno. E così, 3 anni fa, nasce Icona Toscana. Siamo due socie, ed entro la fine del prossimo anno entrerà la terza. Inoltre è un lavoro che mi lascia il tempo per occuparmi del terzo ‘nuovo arrivato’, il mio blog Goli-goli.it, nato soprattutto per non lasciare scivolare via l’esperienza di mamma (e mamma imprenditrice) e condividerla con le mamme e gli amici lontani.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Ampliare l’azienda e arricchire l’esperienza. Tra pochi giorni partirà un corso annuale, per me obbligatorio, 3 volte a settimana, a 60 km da dove abito. Sarà un grande sacrificio ma è un tassello importantissimo per la mia professione.
Il prossimo obiettivo è passarlo poiché questo significa aprire nuovi sbocchi per me e per l’azienda.

Come ‘mamma imprenditrice’ spero di riuscire sempre a stare di fronte a quel che accade con semplicità e reattività e di continuare a scommettere su me stessa. E questo vale sia per la mamma che per la professionista.

Cosa consiglieresti ad una donna che vuole buttarsi in un’attività in proprio?

Per cominciare posso dire cosa è stato fondamentale nella mia esperienza.
Una volta valutato quale fosse il mio bagaglio professionale e la mia passione, ho scelto la strada da percorrere e mi sono buttata. Il sostegno di mio marito e un’amica di fiducia con cui condividere progetto e idee hanno reso possibile il tutto.
In poche parole il mio consiglio è di guardare a ciò che siamo, a ciò che vorremo e non essere soli, senza la paura di mettersi in gioco o dover ricominciare da zero. E aggiungo di non aver paura della fatica o dei primi magri risultati ma della passione che scema e di mettere il cuore in quello che si vuole fare e che facciamo, poi il resto è una conseguenza.

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2 Comments

  1. 50sfumaturedimamma 12 Ott 2012 at 12:47

    Congratulazioni a chiara!
    Lavorare in proprio da mamme e’ dura, sia economicamente, a volte, che psicologicamente, perché di fatto non stacchi mai. È non si hanno tutele, non esiste gravidanza a rischio, malattie o permessi. Quante volte ho invidiato le mamme dipendenti, a casa con i loro bimbi fino all’anno, con i permessi per le malattie quando io devo inventari chissà quale diavoleria quando si ammalano. Però certo, ci sono anche i vantaggi. Il principale è che, di solito, si fa un lavoro che si ama. È poi la flessibilità, che ci concede se non altro di fare piccole sorprese ai nostri bimbi andando li a prendere prima o stando proprio a casa, come sto facendo oggi. Che, per la cronaca, volevo godermi il nano piccolo che però dorme da tre ore e cosi sto lavorando al pc…

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  2. Anonymous 15 Ott 2012 at 17:34

    50sfumature.. anche una mamma con lavoro dipendente può amare il suo lavoro, non ci sono soltanto impiegate frustrate e mamme! Io ho iniziato la mia carriera proprio al rientro dalla maternità, un anno intero di cui tre mesi al 30% di stipendio e sei mesi senza stipendio, pensa un po’. Ma il mio tempo l’ho gestito con amore e nel rispetto di un datore di lavoro che mi ha dato fiducia. Non mi sono mai sentita in colpa perchè grazie al cielo i miei figli mi hanno sempre avuta accanto quando era necessario e sono orgogliosi di una mamma “boss”. Non ci sono regole secondo me, l’importante è l’onestà intellettuale con la quale affrontiamo la vita, in famiglia come nel lavoro e nei rapporti con gli altri.

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