Le donne italiane

Le Italiane non fanno più figli? Responsabilità loro. Le Italiane “non si mettono in gioco”? Scelta loro dettata dalla scarsità di modelli a loro disposizione. Mi sembra che queste due interpretazioni siano alquanto pericolose. La Stampa di oggi pubblica il risultato di una ricerca che denuncia la diminuzione dei figli pro-capite delle donne italiane e l’incremento dei figli delle extracomunitarie in Italia. Bene, il tono tipico di questo genere di articoli sottintende la possibilità di scelta da parte delle donne. Non ci si pone neppure il problema che non sia gestibile per una donna avere più di un figlio, pena la rinuncia completa ai propri spazi e la dipendenza totale da nonni /parenti / tate / asili. Vogliamo parlare poi dei problemi economici che ne conseguono??? No, è più comodo addossare la responsabilità al libero arbitrio delle singole donne, che non hanno più nei propri obiettivi il diventare mamma. Certo che nell’articolo si parla di necessità di riforme, ma si rimane sul livello del “servono più asili”: ovvio che servono più asili, ma il problema è ben più profondo e radicato. E’ un problema culturale, di percezione da parte dei datori di lavoro. “Hai dei bambini, organizzati, li abbiamo avuti tutti”. Non si considera che una donna che alle 15 deve PER FORZA uscire dall’ufficio rende molto di più di un uomo che non ha nulla da fare fuori e sta a scaldare la scrivania fino alle 20, così fa straordinari??? No, le donne dopo la gravidanza vengono mobbizzate sul lavoro, crocifisse nel tentativo di incastrare tutte le cose da fare. Ma l’importante è sempre far passare l’idea che le donne SCELGANO di non far figli.
Salvo poi rendersi conto, come fa Irene Tinagli nel suo articolo pubblicato sul sito de La Stampa, che le donne italiane non sono in grado di “mettersi in gioco” lavorativamente parlando. In questo caso, non è colpa nostra – povere oche – ma della società che non ci propone modelli di riferimento. In politica e nelle istituzioni i ruoli chiave sono solo degli uomini – e questo ce lo stiamo ripetendo da decenni. Ma non credo che nessuna di voi che leggete queste righe avesse l’obiettivo di diventare presidente del consiglio… Tra i ruoli chiave e una carriera soddisfacente e proficua ce ne passa… Non penso che noi 30-40enni di oggi non siamo in grado di metterci in gioco, ma ritengo piuttosto che chi decide di metter sù famiglia debba fare i conti con misure per il sostegno delle famiglie inesistenti, cavilli burocratici giganti anche solo per iscrivere un bambino all’asilo e una realtà lavorativa che definire maschilista è un complimento. E mi sembra del tutto inutile continuare a far paragoni con Paesi scandavi o Francia, Germania ecc. riportando il problema su un piano di indipendenza delle donne quando è chiaro che le nostre colleghe straniere hanno un supporto sociale ben diverso. E non parlo di questioni psico-sociali, ma pratiche!!!
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