Il colpo di fulmine? Non sempre…

Un patuffolo sereno e rilassato, una faccetta tonda e morbida. Questo è il mio primo ricordo di Cecilia. Me l’hanno appoggiata alla guancia, appena pescata dalla mia pancia. Una tenerezza incontenibile mi ha riempito il cuore. Poi l’hanno portata via. Non ricordo il momento in cui me l’hanno portata in camera. Il buio totale. Poi 3 giorni in ospedale, insieme 24 ore su 24. Sono state molte le ore passate da sole, Cecilia ed io, molte le difficoltà incontrate nell’allattamento, molti i momenti con lei in braccio, di notte, a scrutarne ogni dettaglio.

Non è stato un amore folgorante a prima vista.
Mi ci sono voluti alcuni giorni per lasciarmi conquistare da quella palletta determinata e profumata, urlante e rilassata.
Ieri sera stavo leggendo “Hai voluto la bicicletta?” e queste emozioni mi sono tornate alla mente. Me ne ero scordata. Quando una mamma inizia a sentirsi mamma, quando si lascia andare all’innamoramento, cancella il primo periodo di sospetto nei confronti di quella parte di sé che non fa più parte del proprio corpo. O meglio, a me è capitato così.
Con Sofia era stato diverso. L’euforia della “prima volta” mi aveva completamente stravolta. Esisteva solo più lei.
Il passaggio da mamma a bis-mamma è stato lento e per nulla scontato.
Questo per dire che non sempre ci si innamora a prima vista dei propri cuccioli, a volte bisogna sapersi concedere del tempo per permetterci di abbassare la guardia, per conoscerci a vicenda, senza sensi di colpa.
E credo che se Cecilia leggerà mai queste parole, non ci resterà male. L’amore sconfinato è arrivato, in ritardo di qualche giorno, ma mi ha invasa completamente e mai più mi lascerà.
Questo è il bello di essere mamma. PER SEMPRE.

 

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