Strana la nostra condizione… Passiamo anni a cercare una realizzazione sul lavoro e poi, all’improvviso, dopo aver dato l’anima per l’ufficio, veniamo completamente messe da parte… In più, se anche volessimo tornare a lavorare a pieno ritmo – a mio avviso a scapito dei nostri bimbi – dovremmo fare i conti con asili nidi inesistenti o carissimi, tate impossibili da trovare e nonni che ancora lavorano o che – a ragione – vogliono godersi un po’ di riposo. E allora, che fare? Beh, secondo l’ISTAT, il 27 % delle Italiane si licenzia dopo il primo figlio. Molte altre chiedono – nei casi in cui venga loro concesso – il part-time “segandosi” le gambe a livello di carriera.
… e così, dopo aver studiato, sudato e lavorato tanto per dimostrare che noi donne valiamo come gli uomini – se non di più:-) – dobbiamo rassegnarci davanti alla realtà, prendere i nostri sogni e rimetterli in quel cassettino da cui dopo tanta fatica erano riusciti ad uscire.
La necessità di avere orari flessibili è tenuta in considerazione da pochissime aziende: non si tiene conto che una mamma, abituata come è a far quadrare tutto in famiglia, ha una capacità di organizzazione incredibile e soprattutto non ha tempo da perdere: 6 ore di lavoro senza perdite di tempo valgono molto di più di 10 ore con 100 pause in mezzo. Ma questo assioma ancora non riesce a farsi strada in Italia! L’importante da noi è scaldare la scrivania più a lungo possibile.

Mi indigna sapere che molte donne devono rinunciare ai loro sogni per la famiglia e non si sentono realizzate come meriterebbero; di queste rinunce risentono anche loro, i nostri angioletti, che hanno accanto mamme un po’ frustrate!

Il mio sogno, come quello di molte, sarebbe quello di avere un’attività in proprio, da svolgere magari anche da casa, che mi permetterebbe di conciliare finalmente il mestiere più bello del mondo – la Mamma – con le mie aspirazioni di donna. Chissà, magari un giorno ce la faremo! Forza mamme, non arrendiamoci!