Considerazioni sparse su pappa e svezzamento

pappa

Lo spunto per questo post l’ho preso da una conversazione su Facebook tra mamme. È pazzesco come non ci si renda conto di costruirsi un proprio “credo” su tutti gli aspetti della maternità – attraverso esperienza, letture, confronto – e si pensi sempre di non saperne nulla. Quando ci ferma a pensarci, però, si prende coscienza di avere dei paletti giusto/sbagliato abbastanza ben delineati.
Ora, vi racconto ciò che ho imparato – sulla mia pelle e su quella, ahimè, di Sofia:

  1. Flessibilità: mai impuntarsi, mai proseguire diritto per la propria strada pensando che sia l’unica possibile, variare e provare, provare e variare;
  2. Creatività, che va a braccetto con il punto precedente: spesso la soluzione ai problemi che riscontriamo è la più ovvia o spesso è una cosa a cui mai avremmo pensato… prima di diventare mamme! E allora, se non vuole il cucchiaino chiediamoci perchè e proviamo tutte le alternative che ci vengono in mente: dalla temperatura alla consistenza della pappa, dal tipo di cucchiaino alla tempestività con cui sfamiamo la piccola belva;
  3. Ah, ecco, tempestività: quando si siede al seggiolone, il pargolo gradisce trovare – soprattutto se è affamatissimo – la pappa pronta, il bavaglino pulito e tutto l’occorrente già predisposto da mamma. Il rischio è che la fame non gli permetta di godere delle prelibatezze che avete preparato per lui!
  4. Pazienza: non è detto che al primo tentativo tutto fili liscio. Non è detto che la fatidica data dei 6 mesi sia l’optimum per tutti i nanetti… Ed ecco che qui si affaccia la mia idea di autosvezzamento – quando vuole, come vuole, quanto vuole. Non è neppure detto che ad un inizio col botto corrisponda un seguito altrettanto coi fuochi d’artificio… quindi tutti pronti a fare dietro-front e ritornare al tanto rassicurante latte, tanto meglio se accompagnato dall’ancor più rassicurante tetta della mamma.
  5. Condivisione: il cibo significa condivisione, aggregazione e amore; questo i bambini non lo sanno e l’unico modo per insegnar loro, oltre che a mangiare, a vivere il momento del pranzo come un momento per stare insieme, è viverlo noi in questo modo, coinvolgendo tutti i membri della famiglia, pranzando tutti insieme – CON LA TELEVISIONE SPENTA!!!
  6. Autonomia: visto il punto precedente e per evitare attacchi isterici della mamma, è necessario che i bimbi di casa sappiano mangiare da soli. All’inizio non è importante che cosa useranno per mangiare – cucchiaio, dita, a volte l’intera mano… – ma l’autonomia è un altro passo importante verso il rapporto sereno nei confronti del cibo.
  7. Trasparenza: ingannare i bambini accendendo la televisione e aspettando che si distraggano per infilare di nascosto un cucchiaino stracolmo di pappa nella loro bocca vi servirà a far loro mangiare QUEL cucchiaino, ma non a insegnar loro a mangiare. Così come disporre i giocattoli preferiti sul seggiolone e farli ballare e saltare con una mano mentre di nascosto gli si riempie la bocca di cibo non li renderà mai consapevoli di ciò che stanno facendo e non impareranno ad apprezzare gusti e sapori. Il momento della pappa sarà vissuto come un “dovere” da portare a termine il più in fretta possibile per poi tornare alle proprie attività.

Questo è ciò a cui tendo io nell’avvicinamento al cibo delle mie bambine, ma ovviamente si tratta solo di ciò che io ritengo giusto. Sarebbe bello potersi confrontare con chi non la pensa come me!

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