Coccole ai neonati

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Fare le coccole ai neonati è l’occupazione che vorrei avere per tutta la vita. È un potentissimo antistress, un incomparabile pulisci-mente per quelle giornate che vorresti finissero già appena iniziate. Ricordo pomeriggi interi passati sul divano di casa, con la mia Sofia nata da poche settimane, a coccolarci a vicenda. Già, perché non ero solo io a fare le coccole a lei, ma anche lei le restituiva a me. Se dovessi definire quei movimenti, quelle sequenze di baci, carezze e paroline direi che era una danza, che facevamo insieme la mia bambina ed io, che esprimeva tutto l’amore che provavamo – e proviamo ancora – l’una per l’altra.

Alla mia carezza lei reagiva con il più dolce dei sorrisi che mi fosse mai stato donato. Al mio bacino lei rispondeva con un suono di approvazione. Al mio tocco leggero sul viso lei si girava come a cercarsi quella preziosissima coccola.

Sono momenti che hanno significato l’inizio della nostra profonda intimità, nei quali lei ed io eravamo un tutt’uno, in cui i contorni dell’una si sfumavano nell’altra.

Le coccole ai neonati sono state oggetto di studi, che hanno permesso di scoprirne l’importanza per lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Coccole non sono solo i momenti di scambio di carezze e baci, ma anche il gesto di allattare, tenere in braccio il bambino, parlare con lui, insomma qualsiasi scambio tra mamma e bebè si può considerare coccola se fatto con la tenerezza di cui una mamma è colma.

Ascoltando il mio corpo di neomamma, che era stata privata di quel secondo cuore che batteva dentro di sé, ho sentito l’impellente bisogno di tenere sempre stretta tra le braccia la mia bambina, quella piccola persona che fino a poco tempo prima era nella mia pancia. Avete presente le mele di Aristotele? Io in gravidanza mi sono sentita così. La nascita di Sofia è stata come il taglio della mela in due metà. Lei era diventata altro da me, ma io sentivo ancora il bisogno di tornare ad essere un tutt’uno con lei. E le coccole erano lo strumento per farlo.

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A fare le coccole a Sofia non eravamo solo io e il suo papà, ma anche i doudou, dei quali ignoravo l’esistenza prima di diventare mamma. Un doudou era nelle sue mani ogni sera, ad ogni passeggiata nella carrozzina. Avevo adottato la tattica di tenere il doudou nel mio letto per una notte, per poi darlo a Sofia che così poteva, annusandolo, sentire l’odore di mamma. Anche quella era una coccola, per i momenti in cui mamma non poteva essere con lei.

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A ripensarci sorrido perché ancora oggi – Sofia ha 7 anni – quando stiamo lontane per più giorni, spruzzo il mio profumo sul suo doudou, proprio come una coccola ai neonati. E mi dicono che lei ogni tanto scappa in camera ad annusarlo.

 

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