Aiutare nei compiti a casa: sì o no?

È meglio aiutare i bambini nei compiti?

 

Tra una chiacchiera e l’altra, ai giardinetti in questi giorni si parla di compiti. Sofia non ha ancora cominciato la scuola, ma visto che un anno passa velocemente – troppo velocemente – sto iniziando a pensare a quando l’argomento compiti farà venire il latte alle ginocchia anche a me.

Mi sembra di aver capito che le mamme appartengono a due scuole di pensiero:

  1. Aiuto nei compiti sì
  2. Aiuto nei compiti no.

Già, sembra facile ma non lo è. Vedo amiche incollate alla sedia accanto al proprio bambino che fa i compiti a suggerire, spingere, motivare, aiutare non solo psicologicamente ma anche a livello pratico. So di altre mamme che, sfiancate dalla lentezza del figlio, fanno i compiti al posto suo. In passato persone vicino a me avevano addirittura la maestra privata che li aiutava nei compiti.

Beh, io non ho diritto di parola perché ancora il problema non mi riguarda, ma la mia la dico lo stesso. Insomma, faccio come quelle che per strada, mentre stai ricattando tua figlia affinché la smetta di piagnucolare con la promessa di comprarle qualcosa, ti guardano con aria sprezzante e pensano “che madre incapace”. Peccato che a casa abbiano al massimo un gattino e una mamma che lava, stira e cucina per loro… Sì, per una volta darò un giudizio senza sapere. Sappiate solo che tra un anno e qualcosa ne riparleremo e io magari sarò già stremata dai compiti e avrò ceduto anche su quello :-).

Dicevo, quando ero bambina io i compiti me li smazzavo da sola. E anche egregiamente e con buoni risultati, oserei dire. Non ricordo che qualcuno mi abbia mai interrogata la sera prima della verifica, né che qualcun altro abbia controllato, diario alla mano, se avevo fatto tutti i compiti. Né alle elementari né tantomeno alle medie o al liceo.

Certo è che sapavo che una nota o un brutto voto avrebbero avuto delle conseguenze. Era il mio dovere e lo dovevo fare, al meglio possibilmente. Non so come i miei siano riusciti a instillarmi quel senso di responsabilità, ma forse sapere di essere indipendente mi rendeva più matura sotto quell’aspetto. Se avevo bisogno loro c’erano, ma se non ero io a chiedere aiuto nessuno interferiva.

Non so quale approccio avrò con i compiti, conoscendomi e vedendo come sto affrontando tutte le tappe di crescita delle bambine, credo che anche su quello lascerò che facciano, a costo di farle sbagliare. Che senso avrebbe mandarle a scuola con tutti gli esercizi corretti, senza che magari abbiano capito a fondo la materia?

Partiamo dal presupposto poi che io non sono assolutamente in grado di insegnare. Non posso certo sovrappormi ai metodi delle maestre, metterne in discussione – anche se in modo inconscio – l’operato o, peggio, confondere le idee a mia figlia. Meglio lasciar stare.

Cosa può capitare? A scuola si va per imparare. E una volta si diceva che sbagliando si impara. Una nota o un brutto voto non hanno mai ucciso nessuno. Basta non fare un dramma se il proprio figlio non è sempre il migliore. Anche perché ad essere i migliori con le conoscenze di un adulto son capaci tutti…

 

Cosa ne pensate? Mi piacerebbe sentire i vostri pareri!

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3 Comments

  1. Silvia 16 Set 2013 at 09:58

    argomento interessante. io da bambina i compiti li facevo da sola (anche perché mia mamma lavorava, e io stavo con mia nonna che, pur persona molto intelligente, aveva fatto solo la 2a elementare, quindi non credo avrebbe potuto aiutarmi granchè). al massimo se avevo lezioni o poesie da ripetere la sera le dicevo a mia mamma dopo cena (ma le avevo già memorizzate al pomeriggio). è vero che rispetto a quello che vedo dei bimbi di oggi io compiti ne avevo pochini…
    mio marito invece aveva la mamma a casa che stava con lui a fare i compiti.
    nella realtà dei fatti nessuno dei due ha mai avuto problemi particolari a scuola…
    credo sinceramente dipenda molto anche dal bambino, per quello che posso vedere dei miei figli ora che vanno ancora alla materna, e per quello che mi dice la maestra, Laura non ha bisogno di incoraggiamenti, adora disegnare e fare i lavoretti. al massimo il suo problema è il perfezionismo, perché è capace di mettersi a piangere disperata se sbaglia a colorare fuori dalle righe o se il disegno non viene come vuole lei.
    Alessandro all’opposto se lasciato a se stesso tira due righe sul foglio e dice “ho finito! posso giocare?”. invece la maestra mia ha detto che se lei si mette vicino a lui e lo incoraggia (dai, fai bene l’omino con la testa, le braccia ecc, colora bene nei bordi ecc) realizza anche delle belle cose. io a fine dell’anno scorso quando ho portato a casa la cartellina con i suoi lavori ero effettivamente stupita, perché a casa appunto oltre 2 scarabocchi non era mai andato. in generale per fare le cose ha bisogno di stimoli, meglio ancora se un po’ competitivi.
    mi aspetto quindi che anche alle elementari sarà probabilmente utile un approccio differente per i due… vedremo!
    Silvia

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    1. Pat 19 Set 2013 at 17:06

      bella domanda, anche se a te non è ancora capitato e magari vedendo tua figlia in difficoltà ti scapperà di aiutarla….ma vediamola dall’altro lato….non dalla parte della madre, ma dalla parte dei figli…voglio l’aiuto di mamma o no? perchè il problema è tutto lì…..ho due figli ormai grandi ma l’esperienza è stata diversa…uno mi voleva vicino avido di sapere…curioso…come si fa questo, e se faccio così o colì? e così ti metti vicino con piacere a spiegare fino a che lui da solo non ti chiama più…poi invece l’altro che fin da piccolo ti guarda ostinato gridando che è grande e non ha bisogno di aiuto, anche se è piccolo piccolo….caratteri diversi, aiuti diversi…
      aiutare a fare i compiti è una cosa….scrivere per loro è ben altra
      stimolare per fare meglio lo considero un bene, spingere alla competizione no…c’è sempre un confine sottile tra le cose…ma per primo vanno ascoltati i bambini….questa ovviamente è la mia opinione…ciao….

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      1. Cristiana 20 Set 2013 at 10:06

        Grazie Pat, interessantissimo il tuo punto di vista. Come sempre, anche in questo caso noi genitori siamo chiamati a cambiare e modificarci davanti ad ognuno dei nostri figli. Che sfide ci aspettano! Non ti nego che mi faccia un po’ paura questa nuova avventura 😉

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